Las Vegas, si uccide in un Burger King: per la polizia l'uomo avrebbe smembrato la figliastra e nascosto i resti

Samuel Teran
Dietro quel suicidio si potrebbe nascondere una macabra verità. Samuel Teran, 75 anni, si è sparato alla tempia venerdì mattina in auto in un “drive-thru” di un Burger King...

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Dietro quel suicidio si potrebbe nascondere una macabra verità. Samuel Teran, 75 anni, si è sparato alla tempia venerdì mattina in auto in un “drive-thru” di un Burger King di Las Vegas.








Trasportato di corsa in ospedale è morto qualche minuto più tardi. Ma il caso non è stato archiviato come un semplice suicidio. Dietro quel colpo di pistola, sparato dentro quell'auto, e chissà in quale parte del deserto, c'è una donna scomparsa che grida vendetta. Una verità che ancora rimane inesplorata.



Mercoledì scorso l'uomo e la figliastra, Susana Villalvalzo, 46 anni, sono scomparsi da casa. Da quel momento solo silenzio, nessun segno che potesse ricondurre a loro. Fino a venerdì mattina, quando Samuel ha fatto la sua ricomparsa in un fast food della sua città. Alcuni dipendenti del Burger King, riconoscendo l'uomo dato per scomparso, hanno contattato gli agenti che in poco tempo si sono precipitati sul luogo dell'avvistamento: quando Samuel li ha visti avanzare verso di lui si è puntato una pistola alla tempia e ha fatto fuoco. Trasportato in ospedale d'urgenza, è morto nel pomeriggio di venerdì. Intanto nel bagagliaio dell'auto la polizia ha trovato delle tracce di sangue che ancora sono al vaglio della scientifica.



Secondo alcuni testimoni l'uomo sarebbe stato visto riporre una valigia sporca di sangue nel bagagliaio della macchina. Per gli investigatori lì dentro potrebbe nascondersi il corpo smembrato della figlia: Susana sarebbe stata uccisa, fatta a pezzi e poi messa dentro un bagaglio sparito da casa Teran. Gli agenti dovranno comparare il sangue trovato in macchina con alcune tracce rinvenute dalla madre della vittima nella loro casa.



Le autorità ritengono che il corpo della donna potrebbe essere stata abbandonato nel deserto o in un impianto di stoccaggio frequentato dall'uomo. Choc tra i parenti delle due vittime: sapevano che tra Samuel e Susana non correva buon sangue, ma non immaginavano che lui potesse arrivare a ucciderla. Il caso rimane ancora un mistero dal finale ancora da scrivere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero