Kiev, continuano gli scontri. Timoshenko: «Se fossi libera sarei con voi»

Kiev, continuano gli scontri. Timoshenko: «Se fossi libera sarei con voi»
Iulia Timoshenko torna a vestire i panni della Giovanna d'Arco ucraina. Mentre gli altri capi dell'opposizione condannano l'attacco alla polizia da parte di migliaia...

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Iulia Timoshenko torna a vestire i panni della Giovanna d'Arco ucraina. Mentre gli altri capi dell'opposizione condannano l'attacco alla polizia da parte di migliaia di manifestanti antigovernativi e gli scontri nel centro di Kiev, che hanno fatto circa 200 feriti e che continuano senza sosta dal primo pomeriggio di ieri, l'ex "pasionaria" della Rivoluzione arancione getta benzina sul fuoco affermando che se fosse libera combatterebbe anche lei.




Ue e Usa Intanto sia Stati Uniti che Unione europea chiedono l'abrogazione delle recenti leggi "liberticide" e che sia messa fine alle violenze, e Washington non esclude sanzioni contro il governo del controverso Viktor Ianukovich. La Timoshenko, condannata a sette anni in un processo che Ue e Usa ritengono di matrice politica, si rivolge agli insorti: «Se fossi libera - scrive - sarei con voi. La libertà vale questa lotta. Siete degli eroi». Affermazioni che mettono in fuorigioco sia il capogruppo dello stesso partito di Timoshenko, Arseni Iatseniuk, che il campione di pugilato e leader del partito d'opposizione Udar, Vitali Klitschko, che hanno entrambi condannato l'attacco alla polizia. Intanto la Casa Bianca si dice «profondamente preoccupata» dalle violenze ed esorta «tutte le parti» a evitare che la situazione degeneri, ma allo stesso tempo sottolinea come «l'intensificarsi delle tensioni» sia dovuta alle azioni del governo «per indebolire le fondamenta della democrazia ucraina inasprendo le pene per le proteste pacifiche e togliendo alla società civile e all'opposizione politica le protezioni giuridiche di base della democrazia». Il riferimento è evidentemente alle leggi approvate in maniera rocambolesca (per alzata di mano e senza dibattito) dal parlamento ucraino giovedì scorso, leggi che tra l'altro prevedono pene severe per chi partecipa a manifestazioni non autorizzate e persino per chi monta delle tende in un luogo pubblico, protesta a volto coperto o indossando un casco, o prende parte a un carosello con più di cinque auto. Gli Usa hanno invitato Kiev ad abrogare queste leggi e lo stesso ha fatto il Consiglio esteri dell'Ue. I ministri degli Esteri europei si dicono anche «molto preoccupati» per le violenze e chiedono alle autorità di «rispettare e proteggere i diritti dei manifestanti pacifici», anche se il capo della diplomazia europea Catherine Ashton per ora esclude sanzioni contro l'Ucraina.



Mosca accusa l'Ue Il capo della diplomazia russa ha accusato nuovamente il sostegno "vergognoso" di alcuni alti dirigenti europeo all'opposizione ucraina, ricordando le visite di alcuni commissari Ue e di alcuni ministri europei ai manifestanti in piazza a Kiev. «La situazione Ucraina dovrebbe essere risolta senza alcuna interferenza esterna», ha aggiunto.



Contatti tra governo e opposizione Comunque dopo che Ianukovich ha lanciato un appello al dialogo «per trovare un compromesso e pacificare la nostra terra» (bollando però allo stesso tempo gli scontri come «una minaccia» per tutto il Paese), sembra che ci sia stato un primo contatto tra governo e opposizione per mettere fine alla crisi politica che scuote il paese da ormai due mesi. Secondo una deputata della maggioranza, alcuni delegati del governo avrebbero incontrato degli esponenti dell'opposizione, tra cui l'ex ministro Iuri Lutsenko e il braccio destro di Timoshenko, Oleksandr Turcinov. Per Klitschko invece una delle condizioni per il dialogo è che vi partecipi Ianukovich in persona.



Scontri Intanto gli scontri continuano e i feriti finora sono circa 200, di cui 103 ricoverati in ospedale: 42 dimostranti e 61 agenti. E a questi si aggiungono almeno 26 giornalisti. La polizia ha inoltre arrestato 31 persone. I manifestanti continuano a lanciare molotov e pietre da dietro le barricate messe improvvisate e gli agenti rispondono con i lacrimogeni. Ma i dimostranti adesso sparano contro gli agenti anche fuochi d'artificio: colorati, ma di certo non innocui. E hanno anche una nuova arma: una catapulta in legno. Intanto, sulle barricate di piazza Maidan, cuore della protesta "europeist", lunedì mattina è stata affissa una grande foto di Ghandi.
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Il Messaggero