Cina, accusato di spionaggio, torna a casa dopo due anni di prigionia

Cina, accusato di spionaggio, torna a casa dopo due anni di prigionia
Finisce qui l'incubo per Kevin Garratt, canadese accusato di spionaggio e detenuto due anni in Cina. L'uomo era stato arrestato assieme alla moglie ad agosto 2014 dopo...

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Finisce qui l'incubo per Kevin Garratt, canadese accusato di spionaggio e detenuto due anni in Cina. L'uomo era stato arrestato assieme alla moglie ad agosto 2014 dopo essere stato incriminato dai procuratori di Dandong, città all'estremo confine con la Corea del Nord. La coppia si era trasferita proprio a Dandong, dove aveva aperto un coffee shop, per la posizione strategica, utile alla loro missione umanitaria in Corea. Julia Dawn Garratt era stata rilasciata poco dopo su cauzione, ma per il marito non c'è stato niente da fare, almeno fino ad oggi. Una liberazione che arriva a poco più di una settimana dalla visita in Cina del primo ministro canadese Justin Trudeau, a colloquio con il premier Li Keqiang per sbrogliare la matassa.



“La famiglia ringrazia tutti per i pensieri e per le preghiere” hanno scritto i Garratt in un breve comunicato “Grazie anche alle molte persone che hanno lavorato per assicurare il rilascio di Kevin”. Un caso diplomatico che aveva incrinato le relazioni tra Canada e Cina richiedendo l'intervento del presidente del consiglio canadese.


I due vennero arrestati nel corso di un'operazione cinese contro i gruppi d'aiuto cristiani attivi tra Cina e Corea del Nord. I Garratt non facevano mistero della loro fede, ma in Cina le cautele da prendere dovevano essere maggiori dato che il proselitismo è contro la legge. In un sermone pubblicato online, ora non più disponibile, Kevin Garratt scriveva che era stato Dio a convincerlo a trasferirsi a Dangong per aprire la caffetteria. «Stiamo cercando di portare Dio in Corea del Nord, attraverso Gesù e mediante assistenza pratica» aveva scritto Garratt in una nota rimasta online per qualche tempo.   Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero