Kerry a Hiroshima: «Memoriale è un monito contro la guerra»

«Ognuno nel mondo dovrebbe vedere e sentire la forza di questo memoriale. È un crudele, duro e stringente monito non solo per i nostri doveri a porre fine alla...

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«Ognuno nel mondo dovrebbe vedere e sentire la forza di questo memoriale. È un crudele, duro e stringente monito non solo per i nostri doveri a porre fine alla minaccia delle armi nucleari, ma anche per ridedicare i nostri sforzi per scongiurare la guerra in sè: la guerra deve essere l'ultima risorsa, mai la prima scelta». È il messaggio scritto dal segretario di Stato americano John Kerry nel libro degli ospiti del Museo dell'atomica del Parco della Pace di Hiroshima.


«Questo memoriale ci obbliga tutti a raddoppiare gli sforzi per cambiare il mondo, trovare la pace e costruire un futuro tanto desiderato ovunque per i nostri cittadini», ha aggiunto Kerry nel suo messaggio. Il segretario di Stato ha visitato il Parco della Pace e deposto fiori al cenotafio dedicato alla memoria della vittime. Anche Philip Hammond e Jean-Marc Ayrault - rispettivamente a capo delle diplomazie di Regno Unito e Francia, le altre due potenze nucleari del G7 insieme agli Usa - si sono recati al Parco per la prima volta in oltre 70 anni nella veste di ministri degli Esteri dei rispettivi Paesi. A completare la storica visita, i ministri degli Esteri nipponico, Fumio Kishida, deputato di Hiroshima, di Germania, Italia e Canada, rispettivamente Frank-Walter Steinmeier, Paolo Gentiloni e Stephane Dion, e l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue Federica Mogherini.


Tutti i leader dei Sette Grandi si sono poi recati al Duomo dell'Atomica, indossando le collane fatte con le gru di carta, diventate il simbolo anti-nucleare, riproducendo i colori delle bandiere dei singoli Stati. Quale unico Paese ad aver sofferto l'orrore distruttivo degli ordigni atomici, il Giappone è da anni impegnato in una campagna internazionale contro la non proliferazione e a favore del disarmo: tre giorni dopo la bomba su Hiroshima del 6 agosto del 1945 che causò 140mila vittime, gli Usa ne sganciarono un'altra su Nagasaki, provocando altre 74mila morti. Il 15 agosto, poi, il Giappone si arrese chiudendo la tragica pagina della Seconda guerra mondiale.
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Il Messaggero