Carolina del nord, con i jeans rossi al ballo della scuola: la prof la caccia: «Vestita così non puoi restare»

Shafer Rupard
NEW YORK - Arriva la primavera, e con il bel tempo tutte le scuole d'America organizzano il grande ballo di fine anno. Il "prom" (abbreviazione di "promenade"), reso famoso in...

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NEW YORK - Arriva la primavera, e con il bel tempo tutte le scuole d'America organizzano il grande ballo di fine anno. Il "prom" (abbreviazione di "promenade"), reso famoso in tutto il mondo da un'infinità di film e commedie televisive, è un appuntamento paragonabile alle danze delle debuttanti della vecchia Europa.




Sin dal tardo Ottocento è tradizione che ogni liceo ne organizzi uno. E ogni anno le cronache ci riferiscono di qualche polemica, qualche incidente o qualche protesta. E in genere riguardano l'abbigliamento dei ragazzi, anzi delle ragazze: scollature eccessive, abiti fascianti troppo rivelatori o trasparenti.



Tuttavia nell'America moderna non era ancora successo che una ragazza venisse espulsa dalle danze perchè indossava un paio di jeans. Erano jeans rossi, ma non erano neanche tanto aderenti. E tutto sommato la povera Shafer Rupard aveva un aspetto più che dignitoso. Nonostante ciò, la ragazza è stata presa di mira da un insegnante, che le ha battuto sulle spalle e le ha detto: "Vestita così non puoi restare, devi andartene". Shafer ha pensato che fossero la giacca di pelle e il cappello sportivo a indignare l'insegnante e si è offerta di toglierseli. Ma l'insegnante è stata categorica: "No, sono quei jeans rossi".



L'incidente è avvenuto al liceo di Cherryville, nella Carolina del nord. Né Shafer, né sua madre Shawn McQuaige hanno pensato che l'espulsione fosse giustificata. La signora è andata di persona dal preside, portando con sè il manuale della scuola, e le ha mostrato che da nessuna parte nel volume si specificava che i ragazzi del prom dovevano vestire in un certo modo.



Anzi, come ha fatto notare la signora, il manuale scolastico apre con le parole: "La scuola si impegna a garantire ai ragazzi un ambiente sicuro, che arricchisca, che promuova l'orgoglio e onori la diversità".



Ma la diversità di Shafer non è stata affatto "onorata". "Diciamo ai ragazzi che hanno il diritto di essere quel che sono - protesta la madre -. E lei è così. E alla festa voleva sentirsi a suo agio. E' ridicolo che sia stata punita in questo modo".



Mamma e figlia però non hanno neanche ricevuto una lettera di scuse. Il liceo è in vacanza per lo "spring break", l'interruzione primaverile. Ma le due donne sperano che al ritorno in classe, la settimana prossima, il preside faccia ammenda pubblicamente. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero