La svolta islamista della studentessa britannica: ritratta mentre tiene testa mozzata in Siria

Mujahidah Bint Osama con in mano la testa mozzata di un uomo
Immagini rivoltanti che ormai sono diventate putroppo consuetudine. Una giovane studentessa di medicina britannica che lasciato il Regno Unito per entrare nelle milizie...

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Immagini rivoltanti che ormai sono diventate putroppo consuetudine. Una giovane studentessa di medicina britannica che lasciato il Regno Unito per entrare nelle milizie dell'Isis in Siria ha pubblicato una foto sui social media in cui appare mentre tiene in mano la testa mozzata di un uomo. La donna, che appare su Twitter con il nome Mujahidah Bint Osama, afferma di essere un medico affiliata al gruppo terroristico con base a Raqqa, Siria.




Nell'account di Twitter, appare mentre indossa un burqa mentre mostra il macabro trofeo di una testa di un uomo di mezza età. Dietro a lei appaiono due bambini. Il nome di battaglia tradotto vuol dire “figlia di Osama", in chiaro riferimento al fondatore di Al-Qaeda. L'immagine è seguita dal commento
«Sto facendo un lavoro da sogno». A sostenere che si tratti di una studentessa britannica 21enne è il Sunday Telegraph. La jihadista sul social network ha 800 follower. Sull'account ha postato tra l'altro foto delle vittime dell'attentato dell'11 settembre seguite da immagini di visi sorridenti e festanti.



In altri messaggi on-line Bint Osama ha elogiato Anwar al-Awlaki, un predicatore estremista yemenita che divenne portavoce di Al-Qaeda e che poi si ritiene abbia ispirato centinaia di jihadisti occidentali.



Si ritiene che Bint Osama sia collegata alla brigata al-Khanssaa, un gruppo tutto al femminile di jihadisti che hanno il compito di punire i comportamenti ''non-islamici'' dalle donne di Raqqa. I servizi segreti britannici stanno monitorando una sessantina di donne jihadiste britanniche che si ritiene siano attive nella città siriana di Raqqa. Il governo ha già stabilito che coloro che prendono parte ad atrocità come decapitazioni e massacri saranno perseguiti per crimini di guerra e reati terroristici in caso di ritorno nel Regno Unito.
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Il Messaggero