L'Isis decapita quattro calciatori: «Sono spie dei curdi»

L'Isis decapita quattro calciatori: «Sono spie dei curdi»
Continua l’orrore dell’Isis: quattro famosi calciatori siriani, che giocavano nella popolare squadra dell’Al-Shabab, sono stati decapitati dalle milizie dello...

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Continua l’orrore dell’Isis: quattro famosi calciatori siriani, che giocavano nella popolare squadra dell’Al-Shabab, sono stati decapitati dalle milizie dello Stato islamico. Il motivo? Giocare a calcio è contro l’Islam e chi lo pratica merita la morte.


La terribile esecuzione è avvenuta a Raqqa, capitale del Califfato e centro nevralgico degli approvvigionamenti alle milizie nere, davanti a una folla di bambini (il che rende ancor più atroce questo crimine). Le immagini che documentano l’accaduto, postate sul profilo Twitter di un gruppo di dissidenti, mostrano alcuni ragazzini che ispezionano i cadaveri mutilati e coperti di sangue. I nomi dei quattro calciatori sono Osama Abu Kuwait, Ihsan Al Shuwaikh, Nehad Al Hussen and Ahmed Ahawakh; a questi si aggiunge un quinto uomo, non meglio identificato. A renderlo noto è il gruppo di resistenti “Raqqa viene violentata in silenzio”, che sfrutta la rete per combattere l’Isis all’interno dei suoi confini.

Ma c’è un’altra accusa che spiegherebbe l’esecuzione dei quattro uomini: l’aver segretamente collaborato con un gruppo di ribelli curdi, acerrimi nemici delle milizie sciite. Le vittime erano in pratica delle spie, secondo la versione ufficiale. Nel 2015 l’Isis aveva giustiziato 13 adolescenti, colpevoli di aver guardato una partita della Coppa d’Asia tra Iraq e Giordania. Il gruppo di ragazzi era stato sorpreso a guardare il match nella città irachena di Mosul, sotto il controllo delle bande nere di Al-Baghdadi.

Questo rende l’idea di quanto il calcio, così come tutto ciò che viene identificato e associato alla cultura occidentale, venga ritenuto diabolico, e pertanto da punire con la morte, dagli appartengono allo Stato islamico. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero