Isis, anatema ai migranti: «Scappare in Europa è peccato»

Isis, anatema ai migranti: «Scappare in Europa è peccato»
La foto che campeggia è quella di Aylan, il piccolo profugo siriano morto su una spiaggia turca. L'immagine shock, diventata il simbolo della tragedia delle migrazioni,...

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La foto che campeggia è quella di Aylan, il piccolo profugo siriano morto su una spiaggia turca. L'immagine shock, diventata il simbolo della tragedia delle migrazioni, campeggia nell'ultimo anatema lanciato dai jihadisti dello Stato Islamico, rivolto questa volta ai musulmani-migranti che abbandonato le terre dell'Islam per recarsi in Occidente.




In un "articolo" dal titolo "Il pericolo di abbandonare le terre dell'Islam", scritto con il tipico linguaggio retorico che li contraddistingue e pubblicato nell'ultima edizione della loro rivista in lingua inglese Dabiq, i tagliagole del Califfo avvertono dei pericoli che i musulmani troveranno in Europa, «terre dei miscredenti».



Chi decide «volontariamente di abbandonare Darul-Islam (la casa dell'Islam) per recarsi nelle terre degli infedeli compie un grave e pericoloso peccato e mette a rischio la vita e le anime dei figli», avvertono i jihadisti. «Purtroppo alcuni siriani e libici sono disposti a rischiare la vita e le anime di chi hanno la responsabilità di crescere secondo la Sharia - i loro figli - e durante il viaggio pericoloso verso le terre dei crociati, che sono governate dalle leggi dell'ateismo e dell'indecenza, sacrificano molti di loro».



Poi arriva l'elenco dei pericoli che si rischia di correre vivendo tra gli infedeli. In Occidente «vi troverete sotto la minaccia della fornicazione, della sodomia, della droga e dell'alcol». «Abbandonare il Califfato apre la porta all'abbandono dell'Islam da parte dei nostri figli e nipoti per il cristianesimo, l'ateismo o il liberalismo», proseguono i fanatici, che poi avvertono: «se non doveste cadere nel peccato» rischierete di «dimenticare il linguaggio del Corano - Arabo - e il ritorno alla religione e agli insegnamenti sarà molto difficile». Un messaggio di avvertimento ai disperati in fuga, mirato a toccare le loro coscienze, e che sfrutta, senza esitazione alcuna, anche la tragedia del piccolo Aylan.
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Il Messaggero