«Le modifiche introdotte» dalla riforma delle intercettazioni del precedente governo, «appaiono come un dannoso passo indietro sulla strada della qualità...
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Entrando nel merito, Bonafede ha citato in particolare «il previsto archivio in cui si prevede di conservare integralmente i verbali e le registrazioni, e ogni altro atto ad esse relativo» che «non appare ancora in grado di funzionare correttamente e pienamente». Da qui «la necessità di ulteriore tempo considerate le esigenze organizzative e di dotazione infrastrutturale che la normativa introdotta richiede, individuando nei primi mesi del prossimo anno il periodo più opportuno per l'entrata in vigore delle disposizioni». «Parallelamente - ha ricordato il ministro - si è scelto di avviare sin da subito dopo l'insediamento del nuovo governo una capillare fase di ascolto e confronto, partendo dalle concrete esperienze vissute dalle procure e dagli avvocati, in modo da giungere alla definizione di una base di lavoro condivisa che possa fungere da piattaforma su cui innestare la riscrittura delle disciplina delle intercettazioni». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero