Dopo 30 anni, il governo indiano ha deciso di risarcire le vittime dei massacri dei sikh avvenuti all'indomani dell'assassinio della premier Indira Gandhi a New Delhi. Lo...
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L'annuncio è stato dato dal ministero degli Interni alla vigilia del trentesimo anniversario della morte che si celebra oggi. I familiari dei 3.325 sikh uccisi avranno diritto a un indennizzo di 500 mila rupie (circa 6.400 euro) ciascuno. Tuttavia, come ha precisato una fonte del ministero «la somma non è ancora stata stanziata».
La decisione giunge prima di alcune elezioni suppletivo previste a New Delhi. Il premier Narendra Modi è stato criticato dai politici del Congresso per non celebrare l'anniversario della morte della 'dama di ferrò indiana uccisa il 31 ottobre 1984 da due guardie del corpo sikh nella sua residenza a New Delhi.
Il leader della destra ha invece preferito ricordare stamane, con una cerimonia ufficiale davanti al Parlamento, l'anniversario della nascita del politico Sardar Vallabhbhai Patel, uno dei padri dell'indipendenza dell'India e originario come lui dello stato del Gujarat. Parlando per l'occasione, Modi ha detto che i massacri dei sikh del 1984 sono stati una "pugnalata" allo spirito unitario dell'India.
Il trentennale è stato ricordato dalla leader del Congresso Sonia Gandhi che stamattina ha posato una corona di fiori sul mausoleo di Indira Gandhi (una semplice roccia) in un parco sulle rive dello Yamuna. Era accompagnata dal figlio Rahul e dal presidente della Repubblica e collega di partito Pranab Mukherjee. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero