New Delhi - Una scia di orrore mette in luce l’India più brutale, il volto di un Paese che non difende le bambine. Persino quelle più piccole, di appena pochi...
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Il governo indiano ha attuato una serie di norme a tutela delle donne e contro gli stupri ma quasi mai vengono applicate. Human Rights Watch in un rapporto ha anche denunciato che spesso le vittime di violenza si recano alla polizia o negli ospedali ma non vengano credute e addirittura sottoposte a trattamenti ormai ritenuti disumani, come il test della verginità. Una situazione aggravata dall’inadeguata assistenza sanitaria e legale garantita. Stupri, uccisioni, violenze di ogni tipo, sembrano ormai essere all’ordine del giorno tanto che la questione sta assumendo un carattere non solo giudiziario, ma anche politico, sociale e religioso. Le cronache che arrivano a noi riportano particolari agghiaccianti. La Fondazione Thompson Reuter ha stabilito che Delhi detiene il triste primato di capitale mondiale dello stupro (più o meno al pari con San Paolo in Brasile). Secondo i dati resi noti dalla stampa, negli ultimi cinque anni le denunce di molestie sono cresciute del 67% (complice forse anche una maggiore coscienza da parte delle donne che fino a poco tempo fa spesso subivano senza denunciare nulla) ma il numero degli abusi è continuato a salire. L’associazione Human Right Watch ha sottolineato l’arretratezza del sistema giuridico indiano, connessa anche con una diffusa corruzione della polizia.
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Il Messaggero