BERLINO - Ma che succede a Colonia? La città del Carnevale, dell'allegria e il lieto vivere sembra aver perso il controllo: prima le violenze di migranti sulle donne a...
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LE INDAGINI
Secondo il quotidiano Express, gli aggressori – hooligans, rocchettari e buttafuori – si erano messi d'accordo su Facebook. Non è chiaro se ci sia un collegamento on l'appello su FB né con i fatti di Capodanno. Le autorità del Land sono preoccupate, il governo federale pure: una condanna delle manifestazioni razziste contro musulmani è giunta dal portavoce della cancelliera Angela Merkel, Steffen Seibert: sono ingiustificabili, occorre riflettere su misure giuridiche e politiche per proteggere la popolazione, ma continuare anche a garantire la tutela della «grande maggioranza dei profughi senza colpa», ha detto. In serata si è scatenata la violenza degli hooligans a Lipsia durante una manifestazione anti-immigrati di Pegida. Frantumate le vetrine di diversi negozi, decine i fermati. Il ministro dell'Interno del Land di Colonia, Ralpf Jäger, la cui poltrona vacilla, ha scaricato la responsabilità sulla polizia. Il timore ora è per il Carnevale ai primi di febbraio, dove a Colonia si svolgono tradizionalmente grandi feste pubbliche e sfilate di maschere: «Le donne devono potersi muovere» senza paura di aggressioni, ha detto, annunciando un rafforzamento della video-sorveglianza e delle forze dell'ordine per strada.
A suo dire, gli autori delle violenze sono tutti stranieri, profughi inclusi. Il bilancio della notte del terrore è stato intanto aggiornato al rialzo dalla polizia: 553 le denunce pervenute, di cui il 45% a sfondo sessuale, 23 i sospetti su 32 identificati. Ieri Bild ha diffuso lo sconvolgente rapporto della polizia che elenca gli abusi del 31 dicembre: «A tutte cercavano di infilare dita in vagina», «una è stata penetrata con un dito» e così via, nel burocratico linguaggio delle forte dell'ordine. Il ministro della Giustizia Heiko Maas (Spd) aveva lanciato il sospetto che le aggressioni fossero organizzate, ma dalle indagini finora non ci sono riscontri. La politica sembra annaspare: progressisti e conservatori fanno a gara a sollecitare un inasprimento delle leggi su sicurezza, asilo e immigrazione.
CAMBIARE SUBITO LE NORME
Il ministro dell'Interno, Thomas de Maiziere (Cdu), è il capofila: vanno rafforzate le leggi e presto, «non possiamo permetterci lunghi, litigiosi negoziati». Anche il ministro alla Cancelleria Peter Altmaier, vicinissimo alla Merkel che gli ha affidato anche le competenze sull'immigrazione, dice che bisogna sbrigarsi. Ha proposto, dicendosi sicuro del consenso del governo, una modifica del diritto di residenza dei profughi: in futuro non potranno più scegliere a piacimento dove andare, ma verrà deciso dalle autorità. La misura è volta a evitare grandi concentrazioni nelle città. Persino la Linke, (Sinistra, all'opposizione) fa la voce grossa: «Chi abusa dell'asilo ne perde il diritto», ha detto la capogruppo al Bundestag, Sahra Wagenknecht (moglie dell'ex leader Spd, Oskar Lafontaine). È virale sulla rete un appello delle femministe. Con l'hashtag #ausnahmlos (senza eccezioni), personalità, donne e uomini, della politica dicono no al sessismo e razzismo. Secondo un sondaggio di Rtl, dopo Colonia, la maggioranza dei tedeschi, il 60%, non ha ancora cambiato atteggiamento sugli stranieri. Ancora no. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero