Nessun accordo fra gli Stati dell'Unione europea sul sistema obbligatorio di redistribuzione dei richiedenti asilo proposto dalla Commissione Ue. I ministri degli Interni,...
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Ma gli stati membri si sono divisi sulla volontarietà o sull'obbligatorietà del sistema di redistribuzione dei richiedenti asilo. Il ministro degli Interni della Lettonia e presidente di turno del Consiglio Ue, Rihards Kozlovskis, ha spiegato che fra gli Stati «non c'è una visione comune sulla volontarietà o sull'obbligatorietà» delle quote, così come «sul sistema di calcolo». Ma «tutti sono d'accordo che ci vuole la solidarietà». Il commissario Ue agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos, ha invece ribadito la linea della Commissione: «la solidarietà non può essere volontaria. Abbiamo sperimentato sistemi volontari in passato e abbiamo visto che non funzionano». La ricollocazione dei rifugiati «può funzionare solo se tutti gli Stati partecipano». Secondo un alto funzionario europeo, gli Stati Ue che sostengono la proposta della Commissione sono circa una dozzina, cinque o sei vogliono rassicurazioni prima di dare il proprio appoggio, mentre altri cinque sono contrari, fra cui l'Ungheria. «Ma presto avremo una maggioranza qualificata», ha rassicurato la fonte. Dal canto suo il Lussemburgo, Paese che sarà prossimo presidente di turno del Consiglio dell'Unione europea, punta a chiudere l'accordo sulla redistribuzione dei richiedenti asilo entro la fine di luglio. Jean Asselborn, ministro degli Esteri e dell'Immigrazione del Granducato, ha spiegato che «inizieremo il primo luglio e sarei molto contento se potessimo trovare una soluzione entro il 31 luglio. Non escludo» un accordo, «se lo spirito emerso oggi continua al vertice del 25 e 26 luglio e all'informale del 9 luglio».
Asselborn ha avvertito che «bisogna lavorare.
Il Messaggero