Immigrazione, nessun accordo tra i ministri europei: il voto sulle quote rinviato a luglio

Immigrazione, nessun accordo tra i ministri europei: il voto sulle quote rinviato a luglio
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Martedì 16 Giugno 2015, 20:25 - Ultimo aggiornamento: 20:26
Nessun accordo fra gli Stati dell'Unione europea sul sistema obbligatorio di redistribuzione dei richiedenti asilo proposto dalla Commissione Ue. I ministri degli Interni, riuniti a Lussemburgo, hanno discusso del meccanismo di ricollocazione di 40 mila rifugiati dall'Italia e dalla Grecia, ma senza prendere decisioni. Un voto sulle quote è stato evitato, viste le profonde divisioni, e una decisione politica è stata rinviata al vertice dei capi di Stato e di governo della prossima settimana. Ma l'intesa potrebbe arrivare entro la fine di luglio, sotto la spinta della nuova presidenza lussemburghese del Consiglio Ue, che dal primo luglio darà il cambio alla Lettonia, poco entusiasta dell'agenda della Commissione. Le proposte sul rimpatrio degli immigrati economici, altro pilastro dell'agenda Ue, è stato invece accettato all'unanimità. Per il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, i rimpatri degli immigrati irregolari sono «la chiave di volta» di tutto il sistema europeo per la gestione dei flussi migratori. E anche gli 'hotspot', i centri di riconoscimento dei richiedenti asilo da istituire in Italia e Grecia, «si gestiscono bene se c'è un meccanismo di rimpatrio che funziona», un sistema che «deve essere sempre più europeo», ha sottolineato Alfano.

Ma gli stati membri si sono divisi sulla volontarietà o sull'obbligatorietà del sistema di redistribuzione dei richiedenti asilo. Il ministro degli Interni della Lettonia e presidente di turno del Consiglio Ue, Rihards Kozlovskis, ha spiegato che fra gli Stati «non c'è una visione comune sulla volontarietà o sull'obbligatorietà» delle quote, così come «sul sistema di calcolo». Ma «tutti sono d'accordo che ci vuole la solidarietà». Il commissario Ue agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos, ha invece ribadito la linea della Commissione: «la solidarietà non può essere volontaria. Abbiamo sperimentato sistemi volontari in passato e abbiamo visto che non funzionano». La ricollocazione dei rifugiati «può funzionare solo se tutti gli Stati partecipano». Secondo un alto funzionario europeo, gli Stati Ue che sostengono la proposta della Commissione sono circa una dozzina, cinque o sei vogliono rassicurazioni prima di dare il proprio appoggio, mentre altri cinque sono contrari, fra cui l'Ungheria. «Ma presto avremo una maggioranza qualificata», ha rassicurato la fonte. Dal canto suo il Lussemburgo, Paese che sarà prossimo presidente di turno del Consiglio dell'Unione europea, punta a chiudere l'accordo sulla redistribuzione dei richiedenti asilo entro la fine di luglio. Jean Asselborn, ministro degli Esteri e dell'Immigrazione del Granducato, ha spiegato che «inizieremo il primo luglio e sarei molto contento se potessimo trovare una soluzione entro il 31 luglio. Non escludo» un accordo, «se lo spirito emerso oggi continua al vertice del 25 e 26 luglio e all'informale del 9 luglio».



Asselborn ha avvertito che «bisogna lavorare.
Sotto la nostra presidenza abbiamo previsto un Coreper il 28 luglio, che forse è l'ultima occasione per un accordo» prima dell'estate. Infine si è registrato un calo della tensione fra Italia e Francia dopo la situazione che si è creata a Ventimiglia, con centinaia di migranti sistematicamente fermati dalla polizia francese e rimandati in Italia. Alfano, a margine del Consiglio Ue a Lussemburgo, ha incontrato i colleghi francese e tedesco, Bernard Cazeneuve e Thomas de Maizière e ha bollato come «indiscrezioni giornalistiche» la possibilità che il governo rilasciasse ai profughi permessi temporanei per viaggiare in Europa. «Noi non abbiamo proposto questi permessi di tre mesi», ha tagliato corto. Da parte sua Cazeneuve ha spiegato che a Ventimiglia «non c'è una chiusura delle frontiere», ma l'applicazione delle regole di Schengen e Dublino. «È normale che gli immigrati vengono rinviati in Italia, visto che è il Paese in cui arrivano», ha aggiunto, pur ribadendo i legami di amicizia fra i due Paesi e assicurando che la Francia è pronta ad aiutare l'Italia.
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