Giornata di incontri per Beppe Grillo che chiuso da stamani all'hotel Forum a Roma ha prima realizzato un'intervista con Ian Bremmer e poi ha visto l'ex presidente...
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Mashi, come si fa chiamare Correa (che in lingua quechua vuol dire compagno), é stato Presidente dal 2007 al 2017. Ora vive in Belgio ed è coinvolto in una delicata questione giudiziaria collegata a quando era presidente. Proprio una decina di giorni fa Correa è stato raggiunto dalla richiesta di una misura cautelare. Il procuratore generale dell'Ecuador Paul Perez ha chiesto tra l'altro l'uso di un braccialetto elettronico, contro l'ex presidente, accusato di essere coinvolto in un caso di tentativo di sequestro del parlamentare di opposizione Fernando Balda per cui sono state chieste invece misure di protezione dopo aver denunciato di essere stato sequestrato sei anni fa in Colombia. L'ex presidente Correa ha negato qualunque tipo di coinvolgimento nei fatti denunciati da Balda, e assicura che si tratterebbe di una sorta di complotto delle attuali autorità dell'Ecuador per poterlo cancellare dal panorama politico del Paese.
II 27 gennaio 2017 comparve una lettera sul blog delle stelle a doppia fIrma Beppe Grillo e Manlio Di Stefano in cui si diceva che l'Ecuador era un modello da seguire. Durante il villaggio Rousseau di Pescara ci furono delle proteste in seguito a quella lettera da parte di ecuadoregni indignati.
Nella lettera c'era scritto che una volta al governo il M5S avrebbe preso spunto da Correa. «Vogliamo esprimerLe con viva sincerità la vicinanza della nostra forza politica che, per molti aspetti, prende spunto proprio dalla "Revolucion Ciudadana" e dai principi della democrazia partecipativa oggi in vigore in Ecuador.
Non è la.prima volta che Grillo prende le difese di leader latinoamericani che reputa perseguitati dalla giustizia. Successe anche con l'ex presidente brasiliano Lula. «Un solo grido si sta sprigionando per le strade delle città del Brasile. Un grido potente, liberatorio, che chiede giustizia, che accompagna i canti, le lacrime, le voci all’unisono, di un popolo che ripete ininterrottamente “Lula presidente guerriero del popolo”: Luiz Inácio Lula da Silva, ex presidente del Brasile, simbolo di speranza, coraggio e onestà, arrestato per non aver commesso alcun reato», scrisse sul suo blog lo scorso 10 aprile. E a inizio giugno aveva applaudito l'indagine Onu per tutelare i diritti di Lula.
È l'anima multilaterale del M5S che prima del 4 marzo e della svolta neoatlantica portava i parlamentari a elogiare le politiche di Chavez e Correa, appunto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero