Grillo incontra l'ex presidente dell'Ecuador Rafael Correa

Incontri internazionali
di Stefania Piras
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Venerdì 29 Giugno 2018, 19:05 - Ultimo aggiornamento: 30 Giugno, 10:39
Giornata di incontri per Beppe Grillo che chiuso da stamani all'hotel Forum a Roma ha prima realizzato un'intervista con Ian Bremmer e poi ha visto l'ex presidente dell' Ecuador Rafael Correa, seguace del chavismo e del "socialismo del XXI secolo". 

Mashi, come si fa chiamare Correa (che in lingua quechua vuol dire compagno), é stato Presidente dal 2007 al 2017. Ora vive in Belgio ed è coinvolto in una delicata questione giudiziaria collegata a quando era presidente.  Proprio una decina di giorni fa Correa è stato raggiunto dalla richiesta di una misura cautelare. Il procuratore generale dell'Ecuador Paul Perez ha chiesto tra l'altro l'uso di un braccialetto elettronico, contro l'ex presidente, accusato di essere coinvolto in un caso di tentativo di sequestro del parlamentare di opposizione Fernando Balda per cui sono state chieste invece misure di protezione dopo aver denunciato di essere stato sequestrato sei anni fa in Colombia. L'ex presidente Correa ha negato qualunque tipo di coinvolgimento nei fatti denunciati da Balda, e assicura che si tratterebbe di una sorta di complotto delle attuali autorità dell'Ecuador per poterlo cancellare dal panorama politico del Paese. 

II 27 gennaio 2017 comparve una lettera sul blog delle stelle a doppia fIrma Beppe Grillo e Manlio Di Stefano in cui si diceva che l'Ecuador era un modello da seguire. Durante il villaggio Rousseau di Pescara ci furono delle proteste in seguito a quella lettera da parte di ecuadoregni indignati.

Nella lettera c'era scritto che una volta al governo il M5S avrebbe preso spunto da Correa. 
«Vogliamo esprimerLe con viva sincerità la vicinanza della nostra forza politica che, per molti aspetti, prende spunto proprio dalla "Revolucion Ciudadana" e dai principi della democrazia partecipativa oggi in vigore in Ecuador. Quando divenne Presidente, Lei ereditò un paese in macerie per il debito estero e nel 2006 decise di non continuare ad uccidere la sua popolazione, considerando persone non grate i rappresentanti della Banca Mondiale e del FMI; imponendo poi un audit sul debito che ne certificò l'immoralità e le irregolarità manifeste da parte degli istituti finanziari nord-americani ed europei.
Quando noi andremo al Governo prenderemo a modello queste Sue parole nei futuri rapporti con la Troika europea e del FMI: "Abbiamo degli obblighi nazionali urgenti. E noi poniamo gli obblighi nazionali prima degli obblighi internazionali. Al momento giusto se potremo li rispetteremo, ma la nostra priorità è molto chiara: prima la vita e dopo il debito. La burocrazia internazionale corrotta e incompetente dovrà rispettare il nostro paese". Con la sua presidenza, l'Ecaudor è tornato ad essere uno Stato sovrano, non più dipendente dai massacri sociali prodotti dalle "rigorose condizionalità" del Fondo Monetario Internazionale. Presto lo sarà anche l'Italia. Seguiamo con vivo interesse, inoltre, anche il referendum da Lei indetto il 19 febbraio per impedire che pubblici ufficiali o candidati a cariche elettive possano avere società o conti in paradisi fiscali. Una scelta giusta che potrebbe essere seguita da tanti Paesi in futuro. Infine, è per noi importante ribadirLe che lo sforzo che sta compiendo nella costruzione di un nuovo mondo multipolare in rispetto della sovranità, dell'autodeterminazione dei popoli e per un modello di globalizzazione più equa è anche il nostro sforzo
». 

Non è la.prima volta che Grillo prende le difese di leader latinoamericani che reputa perseguitati dalla giustizia. Successe anche con l'ex presidente brasiliano Lula. «Un solo grido si sta sprigionando per le strade delle città del Brasile. Un grido potente, liberatorio, che chiede giustizia, che accompagna i canti, le lacrime, le voci all’unisono, di un popolo che ripete ininterrottamente “Lula presidente guerriero del popolo”: Luiz Inácio Lula da Silva, ex presidente del Brasile, simbolo di speranza, coraggio e onestà, arrestato per non aver commesso alcun reato», scrisse sul suo blog lo scorso 10 aprile. E a inizio giugno aveva applaudito l'indagine Onu per tutelare i diritti di Lula. 

È l'anima multilaterale del M5S che prima del 4 marzo e della svolta neoatlantica portava i parlamentari a elogiare le politiche di Chavez e Correa, appunto. 
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