Se la tempistica in diplomazia conta qualcosa, l'elenco degli 'amicì del nuovo Governo giallo-verde all'estero è già fatto guardando...
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E apre alla cooperazione con «il primo Governo populista dell'Eurozona» - come lo definisce unanime la stampa internazionale - pur nel timore di doverne parare le uscite euroscettiche molto presto. Forse già a partire da martedì, quando il neo ministro Matteo Salvini potrebbe fare la sua prima apparizione al Consiglio Interni in Lussemburgo, proprio per mettere mano al dossier immigrazione e discutere della contestata riforma di Dublino. Nel congratularsi con il premier Giuseppe Conte, il presidente Juncker gli assicura che «la Commissione sarà come in passato al fianco dell'Italia nel percorso di riforme e attenta alle sue attese e proposte per il futuro dell'Unione».
E gli ricorda il «ruolo di primo piano» che l'Italia avrà nella gestione delle sfide strategiche, dall'immigrazione alla riforma dell'Eurozona. Ruolo che le viene «dalla forza delle sue proposte, della sua responsabilità di Stato fondatore, del suo interesse ad una più intensa integrazione europea». Juncker traccia insomma i confini dell'azione del nuovo Governo, che nessuno nelle istituzioni comuni vede fuori dall'Ue o in aperto contrasto con essa. L'aspettativa è per un Governo del cambiamento sì, ma attraverso un dialogo costante con i partner dell'Unione. «Come Stati membri fondatori dell'Ue la nostra collaborazione si basa sui nostri comuni valori europei», scrive a Conte anche la Merkel. Mentre Tajani invita il neo premier ad esporre le sue idee al Parlamento europeo, Tusk sottolinea che la sua nomina «arriva in un momento cruciale per l'Italia e l'intera Unione», e ricorda che «per superare le nostre sfide comuni, ci serve unità e solidarietà più che mai».
La prima occasione per dimostrare la volontà di collaborare sarà il G7 del Canada, l'8 e il 9 giugno, dove Conte troverà anche Tusk e Juncker.
Il Messaggero