Un governo a guida M5S, anzi presieduto da Luigi Di Maio, con Partito democratico o Lega. Nessun patto con Forza Italia né con Renzi. E' la posizione delineata ieri...
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Comunque l'intesa con Pd o Lega sarà la posizione dei pentastellati durante le consultazioni col Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Il modello di «contratto» a cui ha poi fatto riferimento il leader M5S in serata durante l'assemblea con i parlamentari del gruppo («Non deluderò le vostre aspettative») è quello della Grosse Koalition tedesca fra la Cdu della cancelliera Merkel e la Spd in cui vengono elencati uno per uno i punti di programma da portare avanti dall'esecutivo incaricato. È un programma di governo «perimetrato», in cui è esclusa qualsiasi iniziativa non concordata nel «contratto».
ALTOLÀ
Un approccio molto M5S-centrico quello di Di Maio che, almeno in questa fase delle trattative, potrebbe complicare la soluzione del rebus del governo italiano dopo le elezioni del 4 marzo. A meno che nel centrodestra non si consumi una spaccatura tra la Lega di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi.
Di certo, almeno per ora, non sembrano esserci spiragli da parte dei democratici. Il capogruppo a Palazzo Madama, Andrea Marcucci, ha infatti prontamente fatto sapere che il Pd dirà al capo dello Stato di non essere disponibile ad alcun governo che abbia Di Maio o Salvini come premier. Pertanto, la proposta del leader 5 stelle è bocciata come «irricevibile». «Il fatto che Di Maio metta Lega e Pd sullo stesso piano e voglia dettar linea e organigrammi agli altri partiti è un pò ridicolo e dimostra, nell'ordine, ricerca spregiudicata del potere costi quel che costi, disprezzo per i programmi e per i valori, un preoccupante delirio di arroganza», ha replicato il renziano Dario Parrini.
Ma anche il leader della Lega, Matteo Salvini, tramite Facebook, fa sapere che «a differenza dei 5 stelle, la Lega esclude qualsiasi alleanza di governo col Pd bocciato dagli italiani» e sottolinea che «la coalizione che ha preso più voti è quella di centrodestra e da questa si riparte, dialogando senza veti o imposizioni» L'alternativa? Il ritorno alle urne.
Gli esponenti di Forza Italia non sono da meno. «Berlusconi - chiarisce la capogruppo di Forza Italia, Maria Stella Gelmini - non ha bisogno di legittimazioni da lui essendo stato in questi anni votato da milioni e milioni di cittadini. Non vedo inoltre quale sia l'interesse di Salvini di fare il socio di minoranza a un governo dei Cinque Stelle».
Oggi intanto partono le consultazioni. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella riceverà nello studio «alla Vetrata» del Quirinale i presidenti delle Camere, l'ex capo dello Stato Giorgio Napolitano, i rappresentanti di Svp, del gruppo Misto di Camera e Senato e Fratelli d'Italia. Domani sarà la volta di Pd, Fi, Lega, M5s.
L'esito finale è ancora un'incognita: un secondo giro di consultazioni potrebbe essere convocato per la prossima settimana ma c'è già chi ne mette in conto un terzo.
Il Messaggero