'Ndrangheta, minacce di morte contro il giudice: «Siamo pronti a uccidere Lombardo»

'Ndrangheta, minacce di morte contro il giudice: «Siamo pronti a uccidere Lombardo»
È un operaio, Francesco Gennaro Triolo, 47 anni, risultato in contatto con soggetti ritenuti contigui a cosche di 'ndrangheta, l'uomo denunciato dalla Guardia di finanza...

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È un operaio, Francesco Gennaro Triolo, 47 anni, risultato in contatto con soggetti ritenuti contigui a cosche di 'ndrangheta, l'uomo denunciato dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria come l'autore di una serie di telefonate fatte alla stessa finanza ed ai carabinieri con minacce di morte per il pm della Dda Giuseppe Lombardo e per il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri. L'uomo lavora in un centro di distribuzione commerciale situato nelle vicinanze dell'abitazione di Lombardo.




Triolo è accusato di avere fatto una serie di telefonate da alcune cabine pubbliche di Reggio Calabria ai centralini di finanza e carabinieri parlando, riguardo al pm Lombardo, di un progetto di attentato con 200 chili di esplosivo. Nelle telefonate, fatte nel periodo compreso tra il novembre 2014 e la settimana scorsa, Triolo, per l'accusa, ha effettuato 10 telefonate, tutte di breve durata, nella quali, annunciando gravissime azioni minatorie ai danni dei magistrati della Dda reggina, ha utilizzato frasi come: «è pronta la festa per il giudice Lombardo al parco Caserta», «siamo pronti ad uccidere il giudice Lombardo», «uccideremo il giudice Lombardo», «siamo pronti a uccidere Lombardo al parco Caserta», «c'è una bomba al parco Caserta per il giudice Lombardo», «siamo pronti a uccidere il giudice Gratteri».



In una occasione, Triolo dimostrava di essere addirittura a conoscenza, in tempo reale, anche dei movimenti di Giuseppe Lombardo, affermando «ore 20.37 il giudice Lombardo è rientrato in casa». Nel corso dell'operazione condotta stamani, i finanzieri del Gico del Nucleo di polizia tributaria di Reggio Calabria hanno eseguito dieci perquisizioni disposte dal procuratore capo di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo e dal sostituto procuratore Paolo Petrolo, nei confronti di alcuni soggetti indiziati di essere collegati con le telefonate intimidatorie. Attraverso gli incroci dei dati raccolti, i finanzieri hanno ricostruito tutti i vari percorsi di Triolo e localizzato le cabine dalle quali sono partite le telefonate, situate in Viale Calabria, in Via 25 Luglio e in Piazza Garibaldi.
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Il Messaggero