Città del Vaticano Chiamatelo come vi pare: padre, generale, eccellenza, persino familiarmente Arturo ma non “Papa Nero”. Il leader maximo dei gesuiti, il...
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Dal momento che il predecessore di Sosa, Nicolas, si è dimesso a 80 anni e visto che prima ancora anche padre Arrupe e padre Kolvenbach, erano andati in pensione mandando in soffitta il concetto di incarico a vita del superiore generale, è stato chiesto a padre Sosa se il pensionamento dei superiori generali diventerà una regola istituzionalizzata. "La Compagnia di Gesù continua ad eleggere ’a vita’ ma naturalmente deve essere una persona capace di governare. Chi ha fatto la rinuncia in vita (penso a padre Arrupe, a Kolvenbach e anche a padre Nicolas) lo ha fatto perché era malato o stanco e sentiva di non farcela più. Come è accaduto anche a papa Ratzinger. Nella Compagnia di Gesù si conserva il generalato a vita, ma ovviamente bisogna essere in capacità di governo".
La sfida più grande per i gesuiti è di operare per la riconciliazione nel mondo. Eletto venerdi’ scorso 30esimo successore di Sant’Ignazio di Loyola, padre Sosa ha le idee molto chiare e una grande capacita’ comunicativa. "Tutti in diversi modi sentiamo che c’e’ una ferita profonda che divide anche le persone di uno stesso popolo: in Venezuela e ancora di piu’ in Siria e dove si combattono le tante guerre che non sono presenti sui media. Una riconciliazione tra gli uomini che sia anche riconciliazione con il Creato: siamo cosi’ feriti che possiamo mettere in pericolo il mondo". In primo piano ci saranno sempre i poveri, i migranti, gli emarginati. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero