L'ipotesi «Brexit» potrebbe creare uno «shock» per l'economia globale: il documento finale del G20 finanziario di Shanghai accoglie nelle prime...
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Il premier britannico David Cameron incassa l'atteso «aiuto» internazionale nell'incerta e aspra campagna elettorale in vista del referendum del 23 giugno, ma anche la Cina, padrone di casa, trova sponde utili per sostenere i propri temi nonostante la posizione di sorvegliato speciale a causa delle debolezza dello yuan, della crescita allo stesso passo degli ultimi 25 anni, della estrema volatilità dei mercati azionari e di riforme che non decollano. Il governatore della Banca centrale (Pboc) Zhou Xiaochuan insiste, a fine vertice, sui fondamentali che «restano solidi» in un'economia entrata in una «nuova normalità» sposando la formula cara al presidente Xi Jinping sul cambio di passo, da una Cina manifattura del mondo al modello basato su servizi e consumi. In ogni caso, Pechino materrà «una crescita medio-alta» nel 2016, assicura da parte sua il ministro delle Finanze di Pechino, Lou Jiwei, anche lui come Zhou tra gli uomini chiave di Xi. Le riforme strutturali avranno «un effetto sostanziale» e ci sarà «un bilanciamento» tra quelle di breve e di lungo termine.
Il primo banco di prova lo si avrà la prossima settimana con la sessione del Congresso nazionale del Popolo che dovrà dare corpo al nuovo piano quinquennale.
Il Messaggero