Dubai, frustrato dal traffico alza il dito medio verso un automobilista: rischia sei mesi di carcere

Dubai, frustrato dal traffico alza il dito medio verso un automobilista: rischia sei mesi di carcere
Comunque andranno a finire le cose, d'ora in poi prima di perdere il controllo al volante ci penserà due volte: Jamil Ahmed Mukadam, 23enne britannico che lavora nel...

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Comunque andranno a finire le cose, d'ora in poi prima di perdere il controllo al volante ci penserà due volte: Jamil Ahmed Mukadam, 23enne britannico che lavora nel settore dell'information technology, è stato arrestato a Dubai dopo aver alzato il dito medio contro un automobilista durante una lite stradale. Adesso rischia fino a sei di carcere.


L'incidente è avvenuto lo scorso febbraio: Jamil era alla guida di una macchina a noleggio e, insieme alla moglie, al termine di una vacanza a Dubai stava viaggiando verso l'aeroporto per tornare a casa a Leicester. «Stavo guidando quando un uomo dietro di me ha comiciato a lampeggiare e suonare - ha raccontato Jamil al Sun - Mi sono scansato ma lui ha continuato a inveire contro di me. A quel punto ho alzato il dito medio e me ne sono andato. È il genere di cose che in Inghilterra sono all'ordine del giorno. Non si va in prigione per questo».

Nel Regno Unito no, ma negli Emirati Arabi sì. Quando il 10 settembre l'uomo è tornato nel paese del Golfo con la moglie, è stato arrestato ai controlli: è stato rilasciato in seguito al pagamento di una cauzione, ma gli è stato sequestrato il passaporto e ora non può lasciare Dubai. «Sono stato circondato dalla polizia e mi hanno portato in carcere insieme a stupratori e criminali incalliti» ha continuato Jamil.

L'avvocato Radha Stirling dello studio legale Stirling Haigh, che lo sta assistendo tramite l'organizzazione “Detained in Dubai”, ha dichiarato che il comportamento offensivo o insultante è illegale nel Paese: «Abbiamo avuto numerosi casi in cui la frustrazione nel traffico ha portato alla detenzione. Noi ci prendiamo cura di turisti ed espatriati che potrebbero finire per affrontare accuse penali per comportamenti comuni nei loro Paesi. Speriamo che il tribunale di Dubai sia indulgente con la condanna e opti per la pena più mite».



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Il Messaggero