Fornero a Di Maio: «Davvero credi che basti un decreto per migliorare l'occupazione?»

Elsa Fornero
L'ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero, bacchetta l'attuale titolare del dicastero Luigi Di Maio. In un lungo articolo per Il Foglio, la Fornero sottolinea in sintesi che...

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L'ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero, bacchetta l'attuale titolare del dicastero Luigi Di Maio. In un lungo articolo per Il Foglio, la Fornero sottolinea in sintesi che i posti di lavoro non si creano per decreto e suggerisce a Di Maio una maggiore dose di umiltà.


"In Italia - scrive la Fornero - le regole flessibili non hanno consentito di superare il tradizionale dualismo del mercato del lavoro, finendo per scaricarsi nella maggiore precarietà dell'occupazione dei giovani e delle donne, anche per l'efficacia, tradizionalmente scarsa, delle "politiche attive" basate sui "centri per l'impiego" (non basta una riscrittura delle regole per farli funzionare). Di fronte a questa complessità, il decreto dignità non configura affatto una svolta storica ma un passo indietro che certo non supera il dilemma tra "buone regole" e "spinta alla domanda". Quest'ultima è rinviata all'appuntamento molto spinoso della prossima legge di bilancio, in autunno. Per preparare la quale ci vorrà molta più umiltà di quella fin qui mostrata dal ministro del Lavoro e dall'esecutivo tutto".

Secondo l'ex ministro, che sottolinea di non provare nessun "senso di rivincita" verso nessuno. "E'  importante sottolineare come il decreto dignità sembri essere nato dalla volontà di cancellare, e in fretta, almeno una parte del Jobs Act, per sventolarne lo scalpo presso l'elettorato: e parallelamente di scaricare prima sulla Ragioneria Generale e poi sull'Inps il dato sulla verosimile contrazione dell'occupazione, mentre non è affatto stravagante ritenere che una minore flessibilità porti a una riduzione (peraltro limitata nelle stime) dei posti di lavoro".

Per Fornero: "Al mercato del lavoro fa male il tentativo di asservire le regole non al suo migliore funzionamento, ma a obiettivi partitici di breve termine.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero