Un giovane corre nudo per strada, gridando terrorizzato “mi vogliono uccidere!” Un altro scappa a perdifiato e finisce impalato su una ringhiera, convinto di essere...
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Flakka è l’ennesima versione di una droga sintetizzata in laboratorio. E’ composta di un alcaloide simile a quello contenuto nelle foglie del qat, l’arbusto che cresce in Etiopia e nella Penisola Arabica. Nella versione naturale, l’alcaloide è uno stimolante simile all’amfetamina. Nella versione di laboratorio, mescolato ad altri elementi chimici, la sua potenza risulta accresciuta a livelli che gli stessi creatori non sanno prevedere o limitare. La Flakka, il cui nome deriva dallo spagnolo “flaca” che indica una ragazza snella e carina, è stata improvvisata nei laboratori clandestini del Pakistan, dell’India e della Cina, e viene rivenduta nei locali notturni in Occidente.
Il territorio di lancio è stato quello della Florida del sud, dove la sua circolazione si è moltiplicata in modo dirompente. Economica, a soli 5 dollari a razione, viene spacciata sotto forma di cristalli che possono essere polverizzati, per essere sniffati, ingeriti o iniettati. La nuova droga sta già emigrando in altri Stati, e negli ultimi mesi casi di crisi psicotiche e allucinatorie si sono verificati in Texas e in Ohio.
Ovunque le autorità raccomandando ai genitori di informare i propri figli di questo nuovo pericolo, e anche la polizia segue corsi di preparazione perché gli agenti possano riconoscere situazioni in cui una persona sembra pericolosa mentre è solo in preda a un attacco psicotico. La Flakka dovrebbe in teoria assicurare un effetto di eccitazione piacevole. In realtà, essendo un prodotto clandestino e non controllato, spesso genera un forte aumento della temperatura corporea, tachicardia e frequenti stati allucinatori: “Questa roba è pericolosa – commenta l’epidemiologo James Hall, della Nova Southeastern University, in Florida -. Non è testata. Chi la usa deve sapere che è come una cavia di laboratorio”.
Il giovane che si credeva inseguito da una muta di cani lupo, finito impalato su una ringhiera è stato faticosamente salvato dai vigili del fuoco, che hanno segato la sbarra di ferro che gli si era infilata nell’inguine e lo hanno trasportato in ospedale: durante tutta questa operazione il ragazzo ha continuato a credere che i suoi salvatori fossero animali inferociti. Non è un caso che la stampa Usa abbia soprannominato la Flakka “la droga della follia”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero