Occorre convocare «al più presto» una riunione con il gestore Aeroporti di Roma e con tutti gli operatori di Fiumicino, in merito alla salubrità dell'aria nel terminal 3 e...
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«Tutti i valori riscontrati dall'inizio delle rilevazioni della qualità dell'aria sono sempre rimasti al di sotto dei limiti previsti per i luoghi di lavoro, registrando inoltre un trend in diminuzione, così come confermato anche dalle più recenti rilevazioni del Cnr». È quanto, in una nota, conferma la società di gestione Aeroporti di Roma. «Cionondimeno - si legge - Adr ha adottato tutte le misure precauzionali disposte dalle autorità sanitarie nei luoghi interessati e nelle modalità giudicate sufficienti oggi nella relazione dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss).
Gli interventi di Anac e Adr sono giunti dopo che l'Istituto superiore di Sanità aveva riferito di «dati elevatissimi di diossina, 30 volte quello che per noi è il limite». È l'Iss a mantenere l'allarme per il Gate D del Terminal 3 dell'aeroporto di Fiumicino, semidistrutto da un violento incendio il 7 maggio scorso. Lo fa per bocca di Loredana Musmeci, direttore del Dipartimento ambiente dell'Iss, sentita in Comissione Infortuni sul lavoro al Senato. «Relativamente alle diossine rilevate fuori dal T3 stiamo tra 20-30-50 femtogrammi ma all'interno troviamo valori fino a 3000 - dice Musmeci - Purtroppo gli ultimi dati del gate D sono in aumento, passiamo da 1900 a 3000, dato di oggi». Due giorni fa la terza relazione dell'Iss sulle conseguenze del rogo aveva imposto la prosecuzione della chiusura del Terminal fino al completamento della bonifica. Contrariamente ai desideri di Aeroporti di Roma (Adr), che sulla base di uno studio commissariato assieme all'Enac chiedeva la riapertura dell'area. Sulle discrepanze tra i dati rilevati dall'Iss e quelli di Adr ed Enac il dirigente Musmeci ha affermato: «Per noi il limite delle diossine è quello dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per quanto riguarda un ambiente di vita non industriale, ovvero 100 femtogrammi mentre per Adr è 100 mila».
Le differenze sarebbero da imputare ai valori presi come riferimento. «Per noi l'aeroporto non è un ambiente industriale», ha detto Musmeci, mentre Adr lo considera tale e valuta i valori sotto i limiti. «Per l'Iss ma anche per l'Asl e l'Arpa e anche per lo stesso Cnr (che a un incontro informale si è espresso condividendo la nostra posizione) - ha detto il direttore del Dipartimento Ambiente - quello non è un ambiente di vita industriale e i limiti sono quelli dell'Oms». «Le misure di cautela a oggi intraprese sono sufficienti - ha affermato ancora Musmeci davanti alla Commissione Infortuni sul lavoro - nella speranza che si abbia un trend al ribasso, che la bonifica venga fatta correttamente e che per luglio l'aeroporto possa rientrare nella piena efficienza, questo è un auspicio collettivo». «Non esiste una contrapposizione dei dati in merito alla condizione di inquinamento - secondo la presidente della Commissione Camilla Fabbri del Pd - e appare indispensabile una piena collaborazione di tutti i soggetti coinvolti affinchè sia realizzata una bonifica integrale, che consenta la riapertura del terminal 3 dell'aeroporto di Fiumicino. La tutela della salute dei viaggiatori e dei lavoratori va garantita anche di fronte alla necessità della piena e celere ripresa dell'attività dell'aeroporto». I malori segnalati a decine tra i lavoratori dello scalo fin dai primi giorni dopo l'incendio avevano indotto i sindacati a chiedere di non riaprire il Terminal 3 fino a completa bonifica. Ancora oggi, dai sindacati, vengono segnalati presunti casi di intossicazione.( Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero