Il mito di Fidel Castro è indissolubilmente legato alle sue parole: dai discorsi-fiume, pronunciati davanti al popolo e al Parlamento cubano, sino alle dichiarazioni...
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«Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni epoca e in ogni circostanza, ma mai, senza lotta, si potrà avere la libertà»
«Il peggiore dei sacrilegi è il ristagno del pensiero»
«Operai e contadini, questa è la rivoluzione socialista e democratica degli umili, con gli umili e per gli umili»
«Nessun vero rivoluzionario muore invano»
(con Giovanni Paolo II, in visita a Cuba nel 1998)
«Quando ero ragazzino mio padre voleva che io fossi un bravo cattolico e che io mi confessassi tutte le volte che avevo pensieri impuri sulle ragazze. Così ogni sera io diventavo rosso a confessare i miei pensieri. Così successe una sera, e poi un'altra sera, e così via. Dopo una settimana decisi che la religione non era fatta per me»
«Non sono interessato al potere, né prevedo di assumerlo. Tutto ciò che farò è essere sicuro che i sacrifici di così tanti compatrioti non rimarranno invano, qualunque cosa il futuro mi riserverà»
«Il rivoluzionario crede nell'uomo, negli esseri umani. Chi non crede nell'essere umano, non è rivoluzionario»
(con Ernesto Che Guevara)
«Ricordo sempre il Che come una delle persone più straordinarie, uno degli uomini più nobili e disinteressanti che io abbia mai conosciuto»
«Condannatemi, non importa, la storia mi assolverà»
«Non ho nessun dubbio che il nostro popolo e la nostra rivoluzione lotteranno fino all'ultima goccia di sangue per difendere queste e altre idee che saranno necessarie per salvaguardare questo processo storico»
(con Nikita Kruscev, a Cuba, nel 1961)
«Faremo ciò che dobbiamo per mantenere in funzione le nostre fabbriche, per mantenere i nostri lavoratori autonomi, per andare avanti in queste condizioni difficili e troveremo la formula per salvare il Paese, salvare la rivoluzione e salvare il socialismo»
«Non vi dico addio. Spero di combattere come un soldato delle idee»
Il Messaggero