Virus del Nilo, tocca al Veneto il triste record dei morti per contagio da puntura di zanzara. L’ultimo, il quinto su un totale di 9 a livello nazionale, risale a...
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Stando al bollettino diramato ieri dalla Regione Veneto i casi confermati di infezione nell’uomo dal virus West Nile, trasmesso dalla zanzara Culex Pipiens, in Veneto sono ad oggi 105, dei quali 34 evoluti nella forma neuroinvasiva, con 5 decessi, tutti avvenuti in persone anziane o con gravi patologie pregresse. Dal punto di vista statistico, la provincia con più casi è Padova (43 totali, con 34 forme febbrili e 9 neuroinvasive), seguita da Rovigo (24 totali, 16-8), Verona (17 totali, 9-8), Venezia (15 totali, 8-7), Treviso (3 totali, 2-1) e Vicenza (3 totali, 2-1).
L’aumento dei contagi è notevole: erano 84 casi il 14 agosto, si è passati a 105 una settimana dopo, con un incremento del 25% in appena sette giorni. Eppure l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, minimizza: «Siamo di fronte a una situazione impegnativa ma che non deve destare allarme, con un centinaio di casi confermati su una popolazione di circa cinque milioni di abitanti. Gli scienziati fanno notare che si tratta in realtà di un virus dalle conseguenze limitate, tanto da essere asintomatico nell’80% dei casi e solo in meno dell’1% capace di evolvere nella forma neuroinvasiva. È in questo quadro che vanno collocati, con dolore, i decessi purtroppo avvenuti in soggetti in età molto avanzata o con condizioni cliniche pregresse gravi». Se ai Comuni (fondi permettendo) spettano le disinfestazioni, ai singoli non resta che inondarsi di profumo di geranio (o più semplicemente attaccare le macchinette anti zanzare) per evitare pericolose punture.
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Il Messaggero