Milano E' la prima foreign fighter italiana condannata. Maria Giulia Sergio, arruolata in Siria con il nome di Fatima, dovra' scontare nove anni di reclusione per...
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DECAPITAZIONI
E' Fatima il personaggio centrale dell'inchiesta: ventinove anni, di origini campane, è la prima combattente jihadista italiana. E' partita due anni fa da Inveruno, in Brianza, e ora si troverebbe in Siria dove insegna il Corano agli albanesi. Mentre il marito, sostengono gli investigatori, lavora per la polizia religiosa del Daesh, il sedicente Stato islamico. "Non è una pazza", ha sottolineato il pm Maurizio Romanelli nella sua requisitoria. "Ha una straordinaria pericolosità", così come gli altri "soldati" che hanno raggiunto i territori controllati dall'Isis dall’Italia e da altri Paesi e che "fino a ieri vivevano qui tra noi". Fatima, ha spiegato il magistrato, "ha approfondito le sue conoscenze" e mentre ne parlava ai suoi familiari attraverso Skype "aveva accanto un addetto della polizia religiosa dell’Isis". Le intercettazioni sono scioccanti: "Non avrete, probabilmente, altri casi come questo in cui si è riusciti a sentire le voci dallo Stato islamico, sia dei foreign fighter che dei coordinatori dell’organizzazione terroristica", ha detto il pm Romanelli rivolgendosi alla Corte d’Assise. "Per loro il Califfato è lo Stato perfetto, perché si e' sempre in azione e si tagliano le teste: decapitano i ladri, i miscredenti e le spie in nome di Allah".
MORTE DA MARTIRI
Con questa indagine condotta dalla Digos, che ha già portato a quattro condanne con rito abbreviato, "per la prima volta in Italia si è riusciti a ricostruire dall’interno le attività dell’Isis, la più importante al mondo".
Il Messaggero