SACILE - Mukades Pocesta ha paura e vive sotto scorta. La secondogenita della famiglia massacrata a Debar, in Macedonia, dalla sorella maggiore Blerta, non è rientrata a...
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La scorsa settimana è stata nuovamente ascoltata dalla polizia macedone che indaga sul triplice omicidio
che in Macedonia viene definito come il peggiore degli ultimi 20 anni, e la frase è ovviamente riferita alla storia del Paese. Gli inquirenti macedoni hanno cercato di sapere dalla viva voce di Mukades Pocesta alcuni dettagli relativi alle attività che la sorella Blerta avrebbe svolto nei giorni immediatamente precedenti il triplice omicidio. La 24enne, ben inserita nella comunità sacilese, avrebbe confessato di essere impaurita.
Vagliata la situazione, le autorità della Macedonia hanno deciso di affiancare alla giovane gli agenti della polizia, che per ora proteggono la sua figura e i suoi spostamenti. Anche il paese macedone nel quale la secondogenita della famiglia Pocesta si è temporaneamente stabilita è rimasto coperto dal segreto. Sin dalle prime ore successive al massacro di Debar, si è iniziato a parlare dei pericoli che avrebbero corso le due figlie superstiti di Amit e Nazmie Pocesta. Poi è arrivata la svolta delle indagini, accompagnata dalla confessione di Blerta. E ora l'unica posizione da tutelare è quella di Mukades Pocesta, una ventiquattrenne che in pochi giorni ha visto andarsene per sempre il padre, la madre e la sorellina che adorava, e ha assistito alla confessione dell'omicidio da parte della sorella. A Sacile la comunità attende il suo ritorno, ma al momento nella villetta di viale Trento resta solo un cagnolino. Mukades è in Macedonia, sotto scorta, terrorizzata. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero