Egitto, elezioni a fine marzo: al- Sisi senza rivali

Egitto, elezioni a fine marzo: al- Sisi senza rivali
Ci siamo. Il 26 marzo si torna a votare in Egitto: la Commissione elettorale ha annunciato al Cairo la data per le elezioni presidenziali. Le operazioni di voto andranno avanti...

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Ci siamo. Il 26 marzo si torna a votare in Egitto: la Commissione elettorale ha annunciato al Cairo la data per le elezioni presidenziali. Le operazioni di voto andranno avanti per tre giorni, fino al 28 marzo, e l’eventuale ballottaggio si terrà dal 24 al 26 aprile. Gli egiziani all’estero potranno votare dal 16 al 18 marzo e se si andrà al ballottaggio da 19 al 21 aprile.  Il capo della Commissione elettorale, Lasheen Ibrahim, ha esortato gli egiziani a partecipare al voto. «Andate e partecipate», ha detto rivolto gli elettori durante la conferenza stampa.


Il presidente Abdel Fattah al-Sisi non ha ancora sciolto la riserva riguardo la sua candidatura. Secondo gli osservatori le elezioni vedranno con ogni probabilità la sua conferma alla guida del Paese. Ieri l’ex premier egiziano Ahmed Shafiq, l’ultimo premier sotto Hosni Mubarak e sfidante sconfitto per un pelo (2%) dal poi defenestrato Moahamed Morsi nel 2012, considerato il rivale numero uno di al-Sisi, ha dichiarato che non si candiderà, contrariamente a quanto annunciato lo scorso novembre. E anche qui bisognerebbe approfondirne i motivi (visto che in passato aveva detto che niente e nessuno lo avrebbe fermato. Cosa o chi gli ha fatto cambiare idea?). La discesa in campo dell’ex generale d’aviazione peraltro era già stata connotata - e screditata - da due allarmi - un arresto domiciliare negli Emirati e una misteriosa sparizione in Egitto - nati anche a causa del suo entourage e poi rivelatisi infondati (qualcuno però parla di una sfilza di arresti in famiglia). Sisi intanto a novembre aveva annunciato di voler decidere se ricandidarsi solo dopo aver sondato le «reazioni» del popolo egiziano alla presentazione delle sue realizzazioni, prevista per questo mese.

È intenzionato a partecipare alla corsa alla presidenza anche Khaled Ali, avvocato per i diritti umani già candidato alle presidenziali del 2012 e condannato a tre mesi di carcere per «offesa alla decenza». Ma se la condanna sarà confermata in appello Ali non potrà però candidarsi. A dicembre è stato invece arrestato e condannato a sei anni di carcere il colonnello Ahmed Konsowa: anche lui aveva annunciato di volersi candidare alle presidenziali. Il rischio è che alla fine a correre per la poltrona sarà solo al-Sisi (la storia dunque si ripete). 
In attesa di sciogliere la riserva in maniera definitiva questo mese è comunque anche Mohamed Anwar Sadat, il nipote del defunto presidente egiziano della pace con Israele, ucciso in un attentato terroristico nel 1981. Ex parlamentare cacciato dall’assemblea per aver passato ad ambasciate straniere una bozza della legge anti-ong, Sadat aveva preannunciato di volersi candidare già in giugno e lo aveva ribadito a dicembre sottolineando però di non voler legittimare il regime al potere. 


Ma intanto nel Paese non tira una buona aria da troppo tempo ormai. La miseria è dilagante, le proteste sono soffocate. Per non parlare dei continui  aumenti (primi fra tutti quelli del cibo). Trovare lavoro poi è un miraggio. Ma più di tutto c'è la paura del terrorismo (a partire dai continui attacchi a chiese e moschee). Il Sinai poi è praticamente isolato (ormai non si contano più i poliziotti morti. Ci sono persino immaggini con posti di blocco formati da terroristi).   Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero