Siti Aisyah, l'indonesiana di 25 anni arrestata in Malaysia perché coinvolta nell'omicidio di Kim Jong-nam, il fratellastro del leader nordcoreano Kim Jong-un,...
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La vicenda si ingarbuglia, visto che la versione - peraltro rilanciata da indiscrezioni di stampa - contraddice quanto detto ieri dal capo della polizia malese Khalid Abu Bakar secondo cui le due donne sospettate (l'altra è vietnamita) erano state istruite sulle sostanze tossiche tanto da ricevere il consiglio di lavarsi subito dopo l'attacco, compiuto «a mani nude» e senza precauzioni. Avendo strofinato il letale gas nervino sul volto di Kim, è ragionevole pensare che gli organizzatori dell'agguato puntassero su una loro morte, pressoché istantanea. L'impiego dell'agente Vx, già usato in passato dai sicari di Pyongyang, ha spinto la polizia ad altri esami nell'appartamento in cui sono stati trovati strumenti e materiali di protezione per trattare e maneggiare le sostanze chimiche, distante appena 2 km dall'abitazione di Ri Jong Chol, chimico nordcoreano arrestato. Invece, nel terminal dell'aeroporto di Kuala Lumpur ci saranno nuove perquisizioni e bonifiche. Questo mentre lo scontro diplomatico tra Malaysia e Corea del Nord continua a inasprirsi: di fronte all'ambasciata nordcoreana ci sono sit-in di protesta quotidiani, mentre il governo ha deciso di rivedere le relazioni bilaterali.
Secondo l'agenzia Bernama, il vice premier Ahmad Zahid Hamidi ha chiesto al ministero degli Esteri lo studio di opzioni praticabili e le relative conseguenze.
Il Messaggero