MILANO «E’ assolutamente certo che Suad Alloumi non si sia volontariamente allontanata senza lasciare traccia nella propria abitazione nella notte tra il 3 e il 4...
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MINACCE DI MORTE
L’omicidio, scrive il gip, sarebbe stato pianificato dall’uomo. «Ascoltata in audizione protetta - scrive il giudice - la figlia di nove anni ha spiegato che la notte del 3 giugno padre e madre litigavano “a voce alta arrabbiata”. E la bambina quella sera ha riferito che il padre l’aveva avvertita di stare attenta perché la madre poteva andare da qualche parte e lasciarli a casa da soli, cosa che rende manifesto come il gesto sia stato premeditato». Il giudice riporta inoltre le testimonianza di un’amica della vittima: «Suad mi raccontava che lui l’aveva minacciata di morte dicendole che l’avrebbe uccisa se avesse scoperto che aveva un altro uomo». La coppia viveva separata da un paio di anni e lei aveva denunciato per maltrattamenti il marito, perciò è stata ospitata per un periodo nell’istituto delle suore Poverelle di Brescia. Lì le è stato trovato anche un lavoro: al mattino collaboratrice domestica, mentre il pomeriggio faceva le pulizia in un ristorante self service in città.
DOCUMENTI PRONTI PER LA FUGA
Da qualche settimana Souad frequentava un coetaneo sudamericano e i rapporti con l’ex coniuge si erano fatti particolarmente tesi: Abdelmjid El Biti avrebbe voluto portare i figli in Marocco, aveva prelevato ottomila euro in contanti e aveva i documenti dei figli validi per l’espatrio. Ma dal carcere continua a dichiarasi innocente. Lo ha fatto anche nel corso dell’interrogatorio di ieri mattina davanti al sostituto procuratore titolare dell’inchiesta, Maria Cristina Bonomo. «Non ho fatto nulla – ha ripetuto El Bidi – Non ho ucciso mia moglie. In quel sacco c’erano solo vestiti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero