Donna scomparsa a Brescia, forse infilata viva nel sacco: «Il fagotto sembrava muoversi»

Donna scomparsa a Brescia, forse infilata viva nel sacco: «Il fagotto sembrava muoversi»
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Sabato 9 Giugno 2018, 21:17 - Ultimo aggiornamento: 10 Giugno, 21:41

MILANO «E’ assolutamente certo che Suad Alloumi non si sia volontariamente allontanata senza lasciare traccia nella propria abitazione nella notte tra il 3 e il 4 giugno». Lo scrive il gip di Brescia Lorenzo Benini convalidando il fermo del marito Abdelmjid El Biti, cinquant’anni, operaio in una fonderia di Seniga (il paese della bassa bergamasca dove viveva), accusato di avere ucciso la moglie Suad Allou, di averla infilata in un sacco che ha caricato in auto e poi ha fatto sparire. Le telecamere di sicurezza del bar di via Milano lo hanno ripreso mentre, alle 4.20 di lunedì scorso, trascinava faticosamente l’ingombrante fagotto e ciò che ha riferito Teresa, la titolare del locale, mette i brividi: «Il sacco sembrava muoversi. Spuntava addirittura un piede». E per gli investigatori forse Suad Allou, ventinovenne di origini marocchine madre di due figli, era ancora viva.

MINACCE DI MORTE
L’omicidio, scrive il gip, sarebbe stato pianificato dall’uomo. «Ascoltata in audizione protetta - scrive il giudice - la figlia di nove anni ha spiegato che la notte del 3 giugno padre e madre litigavano “a voce alta arrabbiata”. E la bambina quella sera ha riferito che il padre l’aveva avvertita di stare attenta perché la madre poteva andare da qualche parte e lasciarli a casa da soli, cosa che rende manifesto come il gesto sia stato premeditato». Il giudice riporta inoltre le testimonianza di un’amica della vittima: «Suad mi raccontava che lui l’aveva minacciata di morte dicendole che l’avrebbe uccisa se avesse scoperto che aveva un altro uomo». La coppia viveva separata da un paio di anni e lei aveva denunciato per maltrattamenti il marito, perciò è stata ospitata per un periodo nell’istituto delle suore Poverelle di Brescia. Lì le è stato trovato anche un lavoro: al mattino collaboratrice domestica, mentre il pomeriggio faceva le pulizia in un ristorante self service in città.

DOCUMENTI PRONTI PER LA FUGA
 Da qualche settimana Souad frequentava un coetaneo sudamericano e i rapporti con l’ex coniuge si erano fatti particolarmente tesi: Abdelmjid El Biti avrebbe voluto portare i figli in Marocco, aveva prelevato ottomila euro in contanti e aveva i documenti dei figli validi per l’espatrio. Ma dal carcere continua a dichiarasi innocente. Lo ha fatto anche nel corso dell’interrogatorio di ieri mattina davanti al sostituto procuratore titolare dell’inchiesta, Maria Cristina Bonomo. «Non ho fatto nulla – ha ripetuto El Bidi – Non ho ucciso mia moglie.

In quel sacco c’erano solo vestiti».

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