Chi si aspettava un discorso da pattinaggio, lieve e non contundente, aveva sbagliato le previsioni. Muscolosissimo il discorso per la fiducia pronunciato da Giuseppe Conte in...
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Pronuncia trenta volte la parola "cambiamento" e altrettante il termine "cittadini". Discorso rivolto più fuori che dentro al palazzo. Tra il no al razzismo e il sì al pugno di ferro contro l'immigrazione clandestina, tra l'enunciazione di misure rigorose sulla giustizia ("Ridurre la prescrizione perché spesso e espediente per evitare il giusto processo") e lotta spietata alla mafia (l'aula comincia a intonare lo slogan dai banchi grillo-leghisti: "Fuori la mafia dallo Stato"), tra reddito di cittadinanza e "ascolto dei cittadini", "interessi dei cittadini" (da tutelare e rilanciare con "determinazione assoluta"), "rispetto dei bisogni dei cittadini", "rilanciare i diritti dei cittadini che in questi anni sono stati vilipesi" (per esempio nel campo del lavoro), il professor Conte con Di Maio e Salvini che lo circondano e lo coccolano si propone come premier populista e sperabilmente, per lui, popolare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero