Adesso c’è la ruspa e c’è la campagna martellante anti-migranti a far venire la gastrite a Luigi Di Maio. Presto, «mi auguro entro...
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CANTIERE APERTO
Un proposito e tanti titoli, insomma. Al momento Salvini non può dire di più: i tecnici del ministero stanno studiando i vari dossier e non hanno messo nero su bianco le nuove norme. Appare comunque certo che nel decreto con cui verrà battezzato il “pacchetto sicurezza”, finirà un altro cavallo di battaglia lumbard: la legittima difesa. Il punto cardine, in base al disegno di legge presentato dal sottosegretario agli Interni Nicola Molteni, braccio destro di Salvini: ogni cittadino con regolare possesso di armi avrà licenza di sparare a chiunque si introduca in un’abitazione privata, annullando la valutazione oggi prevista dalla legge di proporzionalità fra offesa e difesa. Un provvedimento mai amato dai 5Stelle. In campagna elettorale, Di Maio aveva dichiarato: «Quando saremo al governo faremo in modo che una persona non si debba difendere con un’arma da uno che gli entra in casa». E ancora, in coro con Alessandro Di Battista: «La detenzione di armi va ridotta drasticamente. Non siamo una società abbastanza serena per prenderci questi rischi. Togliamo le armi dalle case degli italiani». A Salvini, che ha poco apprezzato i distinguo grillini sulla «sentenza ammazza Lega», queste titubanze a cinquestelle interessano poco. Il suo obiettivo è, appunto, rispondere da destra al decreto dignità che giudica di troppo sinistra. E poco importa se la linea del governo finirà per apparire schizofrenica, un copione degno del dottor Jekyll e di mister Hyde: a volte di ultradestra, altre volte «vetero comunista», come dicono in Forza Italia.
RITORNO ALL’ANTICO
In più per il leader leghista è una sorta di déjà vu.
Il Messaggero