Dai Parioli a San Lorenzo, candidati divisi da un pugno di preferenze

Dai Parioli a San Lorenzo, candidati divisi da un pugno di preferenze
Trecento voti di distacco in cui si gioca l'accesso al ballottaggio, ventuno sezioni con sospette irregolarità, la chiusura del riesame dei verbali senza un dettagliato...

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Trecento voti di distacco in cui si gioca l'accesso al ballottaggio, ventuno sezioni con sospette irregolarità, la chiusura del riesame dei verbali senza un dettagliato riconteggio dei voti per mancanza di tempo: all'ufficio centrale nell'ex Fiera di Roma il caso più rovente è quello del II Municipio, gli elettori di Parioli, Flaminio e San Lorenzo andranno a votare al ballottaggio senza la certezza che i candidati siano realmente coloro che hanno raccolto il risultato migliore. Ieri sera ancora non si è concluso il riesame dei verbali, oggi si riparte nel caos.


TENSIONE
Il pericolo che il ricorso al Tar che sta preparando la Lega possa essere accolto esiste. Si aprirebbe uno scenario devastante: più improbabile la sospensione del ballottaggio, ma possibile l'annullamento del voto successivamente. La tensione è altissima, tanto che ieri quando il candidato presidente della coalizione Lega-Fdi, Andrea Signorini, all'ufficio elettorale, ha insistito con il magistrato perché venissero ricontati i voti di alcune sezioni dubbie, è stato allontanato. In pratica, nei locali dove si esaminavano i verbali, potevano restare solo i rappresentanti di lista, fuori tutti gli altri, con i carabinieri a vigilare. In linea di massima sono 21 le sezioni poco chiare del II Municipio, ballano 10 mila voti. Il magistrato, per chiudere il riesame entro oggi, ha deciso solo nei casi più gravi di aprire gli scatoloni con le schede, mentre in altri, dove ad esempio c'erano verbali non firmati o dove non erano state conteggiate le preferenze, è andata avanti. Signorini è sulla graticola perché risulta avere avvicinato il secondo arrivato, il candidato dei 5 Stelle Fois. Il distacco è di 300 voti. Ovviamente è tutto da dimostrare che anche ricontando i voti ci sarebbe il sorpasso e Signorini andrebbe al ballottaggio contro la candidata del Pd. Magari il vantaggio di Fois aumenterebbe, «però abbiamo diritto di verificare i voti», racconta Signorini.
 

SALVINI
E ieri sul caso del II Municipio di Roma si sono mobilitati i vertici della Lega. Gianmarco Centinaio, capogruppo alla Camera ma anche responsabile romano e laziale di Noi con Salvini, ha confermato la decisione di presentare il ricorso al Tar: «È scandaloso che a cinque giorni dalle elezioni a Roma ci siano candidati consiglieri comunali e municipali che ancora non sappiano quanti voti hanno preso. In democrazie, almeno a parole, assai meno evolute della nostra una cosa del genere non sarebbe accaduta. Nel caos di questi giorni emerge in particolare l'assurdo caso del II Municipio per il quale annunciamo già ricorso». E qui si arriva alla ricostruzione di Lega e FdI: i magistrati hanno deciso di non procedere al riconteggio delle schede; «eppure non mancano vizi gravi ed evidenti di forma e sostanza in molti verbali, alcuni dei quali consegnati in bianco, incompleti o contraddittori». E ci sono persino seggi dove non è stata scrutinata «nemmeno una preferenza». Secondo Centinaio è assurdo «aver affidato numerose presidenze di seggio a persone senza la minima esperienza. Il risultato nel secondo municipio è esplosivo: ci sono poche centinaia di voti di differenza su un totale di oltre 74 mila votanti tra i due candidati che andranno al ballottaggio domenica 19. Chiederemo al Tar che siano riconteggiate le schede».

CINQUE STELLE

I 5 Stelle però osservano che secondo la legge il Tribunale amministrativo non può fermare il treno in corsa del ballottaggio, che «il ricorso può essere presentato solo successivamente, al termine delle elezioni» e che comunque il vantaggio del loro candidato alla presidenza sul terzo arrivato è incolmabile. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero