Le dimissioni del ministro Enrico Costa sono l’ennesima conferma di quanto sia stato e sia ancora difficile tenere in piedi una legislatura di fatto in agonia sin dal primo...
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Spostare più in là possibile il momento del voto comincia a sembrare accanimento terapeutico non solo al Nazareno. Matteo Renzi continua a ripetere che tocca a Gentiloni e Mattarella decidere la data del voto. Fosse stato per lui si sarebbe dovuto andare al voto in primavera. Andarci ora, a poche settimane dalla legge di Bilancio, appare però molto difficile se non impossibile. Probabile quindi che si ripeta lo schema del 2012. Ovvero voto a dicembre sulla legge di Stabilità e scioglimento delle camere con elezioni a fine febbraio.
Ovviamente con l’attuale legge elettorale che, per responsabilità forse anche degli elettori, difficilmente sarà in grado di dare al Paese un unico vincitore. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero