Cortei del 14, allarme del Viminale: l'intelligence teme infiltrazioni di antagonisti

Cortei del 14, allarme del Viminale: l'intelligence teme infiltrazioni di antagonisti
ROMA - Minacciano di tenere alta la tensione, lanciando dal web segnali per nulla rassicuranti, almeno secondo gli esperti del Viminale. ...

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ROMA - Minacciano di tenere alta la tensione, lanciando dal web segnali per nulla rassicuranti, almeno secondo gli esperti del Viminale.


E così, in vista dei tre cortei previsti per il 14 novembre a Milano, Roma e Napoli, ieri il ministro Angelino Alfano ha riunito i vertici delle forze dell'ordine e dei servizi segreti. La preoccupazione è tangibile anche perché, da qui a fine anno, il calendario di manifestazioni e proteste è molto fitto. Quanto avvenuto nei giorni scorsi, dalle manganellate agli operai dell'Ast, a Roma, agli agenti di polizia feriti a Bagnoli (Napoli), fino all'aggressione al segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, a Bologna, ha contribuito ulteriormente ad agitare le acque.



L'incontro è servito per mettere in moto la macchina dell'ordine pubblico in vista delle prossime manifestazioni. Le forze di polizia lavoreranno in sinergia con gli organizzatori su orari, luoghi e modalità di svolgimento. Si farà tutto il possibile per garantire il diritto a manifestare, ma ci sarà - dicono gli addetti ai lavori - la «massima fermezza», perché tutto avvenga nel rispetto della legalità. Il rischio infiltrazioni è molto alto e dal fronte degli antagonisti non sembrano arrivare segnali di distensione. Le analisi di forze di polizia e intelligence concordano sul malcontento generalizzato che serpeggia nel Paese.



LE AGITAZIONI


Ci sono un centinaio di vertenze occupazionali che rischiano di invadere il campo dell'ordine pubblico, se non gestite al meglio. Ma sono in agitazione anche altri soggetti, dagli studenti ai movimenti per la casa, dagli antagonisti ai Forconi, passando per i gruppi più legati al territorio come i No Tav, i No Muos o i No Tap. Per ora non sembrano esserci segnali di “convergenze” tra i diversi contestatori, anche se l'attenzione degli apparati di sicurezza è alta. Il primo appuntamento che preoccupa è quello di venerdì, con lo sciopero generale indetto dai Cobas, cui hanno aderito movimenti studenteschi e centri sociali. Previste iniziative in tutta Italia: a Roma è stato programmato un presidio in mattinata a Montecitorio e alle 14 un sit-in degli studenti al ministero dell'Istruzione. A Torino sfileranno i duri del Centro sociale Askatasuna. Analoghe iniziative ci saranno in tante città da Palermo a Vicenza, da Bologna a Catania. Con quel mix poco controllabile di studenti, antagonisti e sindacati di base che metterà presumibilmente a dura prova l'ordine pubblico. Dopo la riunione di ieri, il Viminale ha fatto sapere che ci sarà «la massima disponibilità al dialogo con tutti per garantire il diritto a manifestare ma, nello stesso tempo, la massima fermezza per assicurare il rispetto della legalità». Alfano ha invitato i vertici delle forze dell'ordine «a porre in essere le necessarie sinergie per assicurare la massima efficacia dei dispositivi di prevenzione e controllo». Domani al ministero si aprirà il tavolo con i leader delle organizzazioni sindacali per affrontare in maniera condivisa la governance delle manifestazioni: si tratta di assicurare un flusso continuo di informazioni per evitare malintesi e disorganizzazioni che possano poi tradursi in scontri di piazza. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero