Corona, la Cassazione: no all'aumento di pena, cumulo resta a otto anni

Corona, la Cassazione: no all'aumento di pena, cumulo resta a otto anni
La Cassazione, respingendo il ricorso della procura di Milano, ha confermato la continuazione dei reati delle condanne definitive di Fabrizio Corona e così anche il cumulo...

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La Cassazione, respingendo il ricorso della procura di Milano, ha confermato la continuazione dei reati delle condanne definitive di Fabrizio Corona e così anche il cumulo pene di 8 anni e 8 mesi che i pm, invece, volevano venisse portato a 13 anni e 8 mesi. Lo ha comunicato il legale dell'ex agente fotografico, Ivano Chiesa, spiegando che ora all'ex "re dei paparazzi", che ha già scontato cinque anni e cinque mesi, restano da scontare poco più di tre anni. «Due a zero per noi e palla al centro», ha commentato l'avvocato, facendo riferimento alla scarcerazione di tre giorni fa di Corona, stabilita dal giudice di Sorveglianza che gli ha concesso l'affidamento terapeutico in una comunità. Se, tra l'altro, la Sorveglianza nelle prossime settimane (l'udienza è fissata per il 27 marzo) decidesse di annullare un vecchio provvedimento di revoca dell'affidamento in prova, all'ex "fotografo dei vip" resterebbero due, e non tre anni, da scontare. La Procura di Milano aveva chiesto alla Cassazione di cancellare la continuazione tra i reati nell'ottobre 2016.


Il 13 ottobre 2016, poco dopo il nuovo arresto di Corona per l'ormai nota vicenda dei soldi nel controsoffitto, che si è conclusa con una sentenza di un anno per il solo illecito fiscale, gli allora pm dell'esecuzione Nunzia Gatto e Nicola Balice avevano presentato il ricorso in Cassazione. La richiesta era quella di annullare il provvedimento con cui il gip Ambrogio Moccia, a fine settembre 2016, aveva evitato a Corona di ritornare in cella riconoscendo la continuazione tra i reati di estorsione, tentata estorsione e bancarotta, per i quali è stato condannato in via definitiva. Il primo a riconoscere la continuazione tra i reati era stato, nel 2014, l'allora gip Enrico Manzi. Decisione, anche quella, impugnata in Cassazione e poi tornata davanti al gip. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero