Consip, militari del Noe sospesi: tutto da rifare per un vizio di procedura

La sede di Consip
Tutto da rifare per la sospensione dalle funzioni di carabiniere del maggiore Gian Paolo Scafarto e del colonnello Alessandro Sessa, indagati dalla procura di Roma nell'ambito...

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Tutto da rifare per la sospensione dalle funzioni di carabiniere del maggiore Gian Paolo Scafarto e del colonnello Alessandro Sessa, indagati dalla procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sul caso Consip. Per un vizio di procedura, ossia il mancato interrogatorio dei due alti ufficiali dell'Arma, già in servizio presso il nucleo operativo ecologico incaricato di svolgere le indagini sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione, il gip Gaspare Sturzo ha revocato il provvedimento con il quale disponeva la loro interdizione per un anno. A sollevare il difetto dell'iter erano stati oggi i difensori di Sessa, avvocati Luca Petrucci e Nicola Capozzoli, durante l'interrogatorio di garanzia. Invocando quanto previsto dall'articolo 278 del codice di procedura penale, i due legali avevano suggerito al loro assistito di avvalersi della facoltà di non rispondere.


Preso atto dell'incongruenza, per altro non condivisa dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e Mario Palazzi, il gip Sturzo ha ritenuto di annullare il provvedimento affinché si proceda al preliminare interrogatorio dei due indagati, salvo poi ripristinare la misura dell'interdizione. I due atti istruttori sono stati fissati per mercoledì 20 dicembre.

Se Sessa è comparso davanti al gip altrettanto non ha potuto fare, per motivi di salute, Scafarto, difeso da Giovanni Annunziata. «Carabinieri Noe accusati di depistaggio nel caso Consip e sospesi dal servizio per un anno, in contemporanea non rispondono al Gip di Roma. Arma "fedele nei secoli"« merita trattamento del genere? Normale per un ufficiale non rispondere a magistrato? Nessuno ha nulla da dire?», commenta su twitter il deputato del Pd Michele Anzaldi. Scafarto e Sessa sono indagati per depistaggio. Al primo sono contestati anche la rivelazione del segreto d'ufficio ed il falso. Quest'ultima ipotesi fa riferimento all'erronea indicazione, in un'informativa alla procura di Roma della presenza di 007 durante l'inchiesta su Consip, e l'attribuzione all'imprenditore napoletano Alfredo Romeo, e non all'ex parlamentare Italo Bocchino, di una frase intercettata: «... Renzi (Tiziano, ndr) l'ultima volta che l'ho incontrato».


A proposito dell'annullamento del provvedimento di sospensione dalle funzioni i difensori di Sessa hanno espresso soddisfazione e a proposito della posizione del loro assistito hanno ribadito la piena disponibilità di quest'ultimo «a rispondere a tutte le domande dell'autorità giudiziaria, in modo da dimostrare l'assoluta correttezza del suo operato e la sua irreprensibile lealtà alle istituzioni».
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Il Messaggero