Cisgiordania, 17enne palestinese accoltella un soldato israeliano e un passante: uccisa dai militari

Cisgiordania, 17enne palestinese accoltella un soldato israeliano e un passante: uccisa dai militari
Una 17enne palestinese, Kilzar al-Oweiwi, è stata uccisa sabato a Hebron, in Cisgiordania, dopo aver accoltellato un militare israeliano e un uomo che era intervenuto...

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Una 17enne palestinese, Kilzar al-Oweiwi, è stata uccisa sabato a Hebron, in Cisgiordania, dopo aver accoltellato un militare israeliano e un uomo che era intervenuto per fermarla. La ragazza ha sferrato il suo attacco ferendo leggermente il soldato che era di guardia presso un luogo sacro sia per gli ebrei che per i musulmani, chiamato Tomba dei Patriarchi dai primi, Moschea di Abramo dai secondi. Quando un passante ha tentato di bloccarla, ha accoltellato furiosamente anche lui, riducendolo in gravi condizioni: a quel punto le truppe israeliane hanno aperto il fuoco uccidendola. 


Non accenna quindi ad allentarsi la tensione a Hebron, dove sono 850 i coloni israeliani che vivono in enclavi strettamente sorvegliate e circondate da decine di migliaia di palestinesi: quasi ogni giorno, negli ultimi cinque mesi, si sono registrati attacchi da parte dei palestinesi, e in gran parte si è trattato di accoltellamenti. 

Nella stessa giornata, nei pressi di Gerusalemme, tre palestinesi a bordo di un veicolo si sono scagliati contro un gruppo di agenti ferendone lievemente tre, secondo quanto ha riferito il portavoce della polizia, Luba Samri. I poliziotti hanno aperto il fuoco ferendo i tre aggressori. Da metà settembre - tra accoltellamenti, sparatorie e assalti a bordo di automezzi - sono stati 27 gli israeliani rimasti uccisi, mentre i palestinesi morti sono almeno 157, la maggioranza dei quali, secondo Israele, erano aggressori. 
Tel Aviv sostiene che l'ondata di violenze è alimentata dalla campagna condotta dai leader politici e religiosi palestinesi anche tramite i social media che glorificano attacchi contro Israele. I palestinesi, dal canto loro, attribuiscono la cause delle aggressioni alla frustrazione per i quasi 50 anni di governo israeliano e al fatto che giorno dopo giorno si riduce sempre più al lumicino la speranza di ottenere l'indipendenza. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero