Catalogna, il capo dei Mossos sotto inchiesta: rischia 15 anni

Il capo della polizia catalana dei Mossos d'Esquadra Josep Lluis Trapero e i presidenti delle grandi organizzazioni della società civile indipendentista Anc e Omnium,...

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Il capo della polizia catalana dei Mossos d'Esquadra Josep Lluis Trapero e i presidenti delle grandi organizzazioni della società civile indipendentista Anc e Omnium, Jordi Sanchez e Jordi Cuixart sono interrogati questa mattina da un giudice della Audiencia Nacional che li ha dichiarati indagati per «sedizione» per le manifestazioni pacifiche di Barcellona. Con loro è interrogata anche l'intendente dei Mossos Teresa Laplana. Per il reato di sedizione sono previste pene fino a 15 anni di carcere. 


Intanto il prefetto spagnolo in Catalogna Enric Millo ha «chiesto scusa» alla popolazione per le violente cariche della polizia domenica contro i seggi del referendum. «Ho visto le immagini e so che ci sono persone che hanno ricevuto percosse, spinte, e che c'è ancora una persona in ospedale, posso solo chiedere scusa a nome degli agenti che sono intervenuti», ha detto alla tv pubblica Tv3.

Ieri la Corte costituzionale spagnola ha sospeso la sessione del Parlamento catalano prevista per lunedì, durante la quale il presidente Carlos Puigdemont avrebbe dovuto annunciare la dichiarazione di indipendenza. Atteso per oggi un Consiglio dei ministri per adottare un decreto per agevolare l'uscita dalla Catalogna di imprese che temono l'indipendenza della regione da Madrid.

Dopo l'interrogatorio, durato un'ora, nei confronti di Trapero non sono state prese misure cautelari. Secondo quanto riportano i media spagnoli, la Procura ha presentato al giudice una nuova relazione sulla vicenda che, una volta esaminata, porterà ad una nuova convocazione di Trapero.


I presidenti delle due grandi organizzazioni della società civile indipendentista non hanno risposto oggi al giudice della Audiencia Nacional spagnola che li ha dichiarati indagati per sedizione, hanno indicato all'uscita dalla sede del tribunale. Cuixart ha detto che non hanno risposto perché non riconoscono la competenza del tribunale a giudicarli per sedizione, Sanchez di avere risposto al suo avvocato per rilevare la legittimità delle proteste pacifiche della popolazione catalana.

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Il Messaggero