«Vuoi fare il poliziotto? Servono 25mila euro»: dipendente della Difesa in manette

«Vuoi fare il poliziotto? Servono 25mila euro»: dipendente della Difesa in manette
Un dipendente civile del Ministero della Difesa è finito agli arresti domiciliari su ordine del Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) per millantato...

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Un dipendente civile del Ministero della Difesa è finito agli arresti domiciliari su ordine del Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) per millantato credito, in quanto - secondo l'accusa - avrebbe convinto numerosi ragazzi a consegnargli danaro o altri regali per superare il concorso nella Polizia di Stato e nella Polizia Penitenziaria, millantando amicizie «potenti», che in realtà non aveva, in grado di condizionare l'esito della prova. La Guardia di Finanza di Caserta, che ha eseguito l'arresto di Giuseppe Zarrillo, coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere - Procuratore Maria Antonietta Troncone e aggiunto Antonio D'Amato - ha accertato che Zarrillo era diventato un vero e proprio punto di riferimento per tanti ragazzi, specie per i giovani militari dell'Esercito in ferma breve, che aspiravano a superare i concorsi per entrare nelle forze di polizia.


Nel mirino degli inquirenti sono finiti i concorsi banditi nel 2017 dalla Polizia di Stato e dalla Polizia Penitenziaria per il reclutamento, rispettivamente, di 1148 e 540 allievi-agenti; in particolare Zarrillo - è emerso - millantando conoscenze tra i pubblici ufficiali nominati nelle commissioni concorsuali, si sarebbe fatto promettere da genitori e parenti degli aspiranti agenti la consegna di somme variabili dai 20 ai 25mila euro, di cui 8mila da ricevere anticipatamente, al fine di far superare ai ragazzi il test di ammissione e le visite mediche. Zarrillo garantiva il pieno superamento delle prove, cosa che puntualmente non avveniva. Di certo, hanno accertato gli inquirenti, Zarrillo aveva creato attorno a sé un giro di persone che di lui si fidavano, e a cui si rivolgevano convinti del buon esito della sua «mediazione».
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Il Messaggero