Referendum, Bagnasco: «La gente si informi bene prima di votare»

Referendum, Bagnasco: «La gente si informi bene prima di votare»
Città del Vaticano - Il cardinale Angelo Bagnasco non rivela ai giornalisti se voterà per il "si" o per il "no". "Il voto è...

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Città del Vaticano - Il cardinale Angelo Bagnasco non rivela ai giornalisti se voterà per il "si" o per il "no". "Il voto è segreto" dice al termine della sessione autunnale del Consiglio Permanente, il parlamentino della Cei. Spiega però che il referendum costituzionale è una occasione "unica", e la speranza di tutti i vescovi è che la gente vada alle urne "con cognizione di causa, informandosi bene, senza accontentarsi di slogan o di sentito dire". In vista del prossimo 4 dicembre la Cei non organizzerà convegni, nè prenderà posizione, rispettando una sostanziale neutralità. Tuttavia le diocesi sono lasciate libere di promuovere approfondimenti o dibattiti, a seconda della decisione del vescovo locale. Bagnasco insiste particolarmente sull'importanza della chiamata alle urne:  "la Costituzione non è una legge qualunque, la Carta sostiene l’impianto della Repubblica per questo vorrei ricordare

alla gente la peculiarità del referendum non solo per l’argomento trattato, ma perché non esiste il quorum e dunque chi va decide, e fa una bella differenza". Quanto alla possibilità che i parroci possano dare un’intenzione di voto, il porporato ha evidenziato: "non credo il voto è segreto".


Se i vescovi mantengono una equidistanza, la Civiltà Cattolica, il settimanale dei gesuiti, in una recente analisi firmata dal politologo padre Francesco Occhetta, prende una posizione netta. La Carta non è sacra. Padre Occhetta auspica la vittoria del sì, anche se poi spiega che non si tratta di un appello né un’indicazione di voto ma un orientamento per un “discernimento”. Insomma, un voto secondo coscienza.  “L’appuntamento referendario – scrive padre Occhetta – è l’occasione per rifondare intorno alla Costituzione la cultura politica del Paese. Non si tratta di un voto favorevole o contrario al governo, ma di qualcosa di più e di diverso, che riguarda l’identità della democrazia che i media e le parti sociali faticano ad affermare come la cultura costituzionale nel dibattito pubblico. Certo, a livello politico il voto avrà conseguenze sul Governo”. Occhetta rassicura che “rimarranno inviolati i principi e i diritti fondamentali della prima parte della Costituzione; ad essere riformata è invece l’ingegneria costituzionale della seconda parte”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero