Carcere duro e no alle pene alternative. Ma, nello schema di decreto del governo sulla riforma dell'ordinamento penitenziario verrà considerato preferenziale come luogo...
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Lo ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede intervenendo a Radio24 annunciando anche misure per rendere più efficace l'intervento dei mediatori culturali che «svolgono un'opera fondamentale per evitare che fuori dal carcere si creino situazioni rischiose» quando certe persone tornano in libertà. Il ministro ha ricordato la piaga del rischio di radicalizzazione e il reclutamento di manodopera da parte del crimine organizzato, entrambe fenomeni che si sviluppano nelle carceri. Nel decreto del governo, ha aggiunto ancora Bonafede, «c'è una norma che consentirà laddove è possibile di far intervenire i detenuti al processo tramite videoconferenza con l'adattamento tecnico delle carceri», per evitare inutili e costosi spostamenti dei detenuti. Bonafede ha anche detto di star lavorando insieme al ministro della Cultura per mettere in campo misure di recupero dei minori che delinquono e ha ricordato l'importanza dei messaggi di legalità nelle scuole facendo riferimento a quando era studente a Mazzara del Vallo e i magistrati antimafia andavano a incontrare gli studenti nelle scuole. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero