Pax Christi al nuovo Parlamento: «Non approvate l'Intesa sui cappellani militari, costa 10 milioni agli italiani»

Pax Christi al nuovo Parlamento: «Non approvate l'Intesa sui cappellani militari, costa 10 milioni agli italiani»
CITTA' DEL VATICANO  - L’Intesa sui cappellani militari firmata il mese scorso tra il premier Gentiloni e il Vaticano - mantenere i preti nell’esercito e...

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CITTA' DEL VATICANO  - L’Intesa sui cappellani militari firmata il mese scorso tra il premier Gentiloni e il Vaticano - mantenere i preti nell’esercito e nelle forze armate (con stipendi e pensioni equiparati a quelli dei militari) ha un costo pubblico di 10 milioni di euro l'anno - non piace a Pax Christi che lancia un vibrante appello ai parlamentari di tutto l’arco costituzionale affinchè non la approvino, visto che l’Intesa dovrà essere a breve recepita con una apposita legge dal nuovo Parlamento. «Noi crediamo che, in questo tempo, sia ancora possibile rivedere e modificare l’Intesa, anche perché lo stretto connubio tra Forze Armate e cappellani militari è in chiaro contrasto con il Vangelo – perché l’Intesa integra i cappellani nelle Forze Armate, sempre più impegnate a fare guerra ovunque i nostri interessi vitali siano minacciati, come recita il Libro Bianco della Difesa – e con quanto ci ha insegnato Gesù che va nella direzione della nonviolenza attiva. Pertanto chiediamo  che venga abolito l’inquadramento militare dei cappellani e che l’assistenza spirituale al personale militare sia data alla pastorale ordinaria».


L’associazione pacifista cattolica nella quale milita anche padre Alex Zanotelli, simbolo di una Chiesa coerente con la radicalità evangelica, ora fa affidamento alla coscienza dei parlamentari. L’Intesa firmata il mese scorso si discosta da quella precedente solo per la riduzione del numero dei cappellani che dagli attuali 204 dovrebbero scendere a 162.
 

I lavori della commissione bilaterale Italia-Vaticano avviati nel 2015 per rivedere l’onerosissimo capitolo dei cappellani militari si basavano inizialmente su una progressiva smilitarizzazione dei cappellani.  L'idea è però stata accantonata dietro la fortissima pressione del Vaticano che ha fatto di tutto per non rinunciare alla struttura castrense che prevede i gradi e gli stipendi di militari civili.  I cappellani, stando alle tabelle ministeriali, vengono retribuiti come i loro pari grado civili: 126mila euro lordi annui per l’ordinario militare (assimilato ad un generale di corpo d’armata); 104mila per il vicario generale (generale di divisione); 58mila per il primo cappellano capo (maggiore); 48mila per il cappellano (capitano); 43mila per il cappellano addetto (tenente).
 
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Il Messaggero