Napoli, tradito dai biglietti per Napoli-Inter: arrestato latitante del clan Di Lauro

Tradito dalla sua passione per il Napoli. Emanuele Niola, 33 anni, latitante è stato arrestato dai carabinieri grazie alla sua prenotazione dei biglietti per la partita...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Tradito dalla sua passione per il Napoli. Emanuele Niola, 33 anni, latitante è stato arrestato dai carabinieri grazie alla sua prenotazione dei biglietti per la partita Napoli-Inter. Napoletano, ritenuto un elemento di primo piano del clan Di Lauro, definito come il «controllore» della piazza di spaccio del rione dei Fiori a Secondigliano Niola era ricercato da mesi per un provvedimento definitivo di condanna, emesso dalla Corte di Appello di Napoli per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti: il giovane deve espiare 6 anni e 7 mesi di reclusione.

I carabinieri della sezione «Catturandi» del Nucleo investigativo di Napoli lo hanno localizzato e arrestato in un autolavaggio di Secondigliano, dove era arrivato alla guida di un’anonima Fiat Punto, mentre si intratteneva a parlare con alcuni conoscenti. Quando è stato bloccato, non ha opposto resistenza: ha solo detto di volere una nuova vita, finalmente lontana dallo spaccio.

Gli investigatori sono arrivati a lui proprio grazie alla prenotazione di un biglietto per l’incontro Napoli-Inter che si terrà tra dieci giorni: qualcuno, infatti, gli stava procurando gli ingressi e in una telefonata, intercettata dagli inquirenti, con un amico ha fornito solo il proprio nome, temporeggiando sul secondo. Un silenzio sul nome che ha insospettito i militari che da quel momento hanno rinforzato e approfondito le indagini che hanno poi portato alla cattura del 33enne.

  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero