Rivoluzione per il Parlamento: unificati i dipendenti Camera-Senato

Rivoluzione per il Parlamento: unificati i dipendenti Camera-Senato
L'organizzazione del Parlamento cambia volto. Con il via libera al «Ruolo Unico» dato in contemporanea dagli Uffici di presidenza delle due Camere, nonostante il...

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L'organizzazione del Parlamento cambia volto. Con il via libera al «Ruolo Unico» dato in contemporanea dagli Uffici di presidenza delle due Camere, nonostante il referendum costituzionale sia stato bocciato, non ci saranno più i «dipendenti di Camera e Senato», ma i «dipendenti del Parlamento» che svolgeranno la loro attività a Palazzo Madama o a Montecitorio e che potranno passare da un ramo all'altro a seconda di necessità e competenze. Passando poi per una «valutazione» e un controllo degli straordinari fatti («200 ore all'anno non retribuite») per ricevere incentivi. Tutti i gruppi votano a favore, tranne il M5S.


I presidenti Pietro Grasso e Laura Boldrini esprimono «grande soddisfazione» e parlano di «innovazione profonda» e di «segno rilevante della capacità di autoriforma» del Parlamento. Sul fronte dei vitalizi, invece, si prende tempo. O meglio, «si dà tempo» a tutti i gruppi, fino al 24 maggio, di presentare proposte capaci di risolvere una questione che, a giudicare da quanto sta avvenendo a Montecitorio, non si annuncia semplice. Alcuni, come il M5S, sostengono che la strada giusta sia quella della delibera da approvare in Ufficio di presidenza. «Abbiamo avuto dei pareri di autorevoli costituzionalisti in questo senso», assicura il Questore Laura Bottici. Altri, ritengono che la soluzione sia da ricercare invece nella legge ordinaria visto che i Questori non avrebbero il potere di decidere in materia e guardano con attenzione alla proposta di legge depositata dal deputato Pd Matteo Richetti. In attesa di capire cosa accadrà alla Camera, nell'ufficio di presidenza del Senato la Dem Angelica Saggese deposita la stessa proposta di delibera messa a punto dalla vicepresidente di Montecitorio, Marina Sereni con la contrarietà dell'altra senatrice Pd Silvana Amati.


Delibera ritenuta da alcuni tecnici «incostituzionale». La Bottici quindi ne deposita altre 3 arrivando così a quota 4 contando quella che aveva portato alla convocazione dell'Ufficio di presidenza di oggi. FI, Lega e Ap ne annunciano altre. Grasso punta a una nuova riunione il 31 maggio per esaminare i testi, ma è probabile che tutto slitti a dopo le amministrative, cioè a metà giugno. «Il Pd allunga il brodo» commenta Bottici. «Pur di prendere la pensione», incalza Luigi Di Maio, «le stanno provando tutte». In realtà, avverte il deputato M5S Toninelli, il Pd «ha rifiutato oggi di portare in Aula la proposta Richetti sui vitalizi». Secondo FI, infatti, in questa legislatura su questo fronte «non cambierà proprio nulla».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero