Prima Parigi, poi Bruxelles. Stesso obiettivo - fare più morti possibili - e stessa cellula. Più passano le ore e meglio si definisce una trama del terrore unica,...
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E potrebbe essere in mano alla polizia il "terzo uomo" della foto di Zaventem, quello con cappello e giacca chiara che accompagnava i due kamikaze. Le connessioni tra gli attentatori dei due Paesi sono sempre di più, ed è forse ciò che spinge Hollande ad un cauto ottimismo: il domino sta venendo giù, perchè sono quasi tutti amici o parenti, coperti da una rete di "quartiere" che va da Molenbeek a Schaerbeek o poco più in là.
L'attentatore fermato ad Argenteuil è Reda Kriket, reclutatore di jihadisti in Belgio, che mandò in Siria anche Abdelhamid Abaaoud. E assieme a lui è stato condannato dal tribunale di Bruxelles l'anno scorso, in contumacia, a dieci anni di carcere nel processo alla "filiera siriana" che ha preso il nome dal suo leader spirituale, Zerkani, il 'cattivo maestrò che per la procura belga ha traviato un'intera generazione. Proseguendo con i legami, è di oggi la conferma che uno dei due kamikaze dell'aeroporto di Zaventem, Najim Laachraoui, è l'artificiere del gruppo ed ha preparato anche le cinture esplosive usate a Parigi. Il suo dna è stato ritrovato su un frammento di tessuto recuperato al Bataclan.
L'unico ad avere la chiave per dipanare l'intricata matassa è Salah Abdeslam, che finora ha soltanto ammesso ciò che era da tempo noto, cioè che Abbaoud era l'ideatore della strage di Parigi. Il resto delle sue dichiarazioni appaiono false o contraddittorie, come l'aver negato sia un legame con Abbaoud prima di novembre - i due erano stati arrestati insieme per furto anni fa - sia la conoscenza dei fratelli El Bakraoui, che avevano affittato alcuni dei covi dove si è nascosto dopo novembre. Se Salah parlasse, cosa che per il momento non vuole fare, potrebbe anche chiarire i dettagli del piano di Bruxelles, perchè secondo gli inquirenti avrebbe dovuto farne parte, sparando sulla gente con i kalashnikov in strada.
Non è un caso che invece abbia deciso di tacere proprio dopo gli attentati, chiedendo di essere consegnato alla Francia, forse proprio per evitare un nuovo capo d'accusa in Belgio.
Il Messaggero