Finanziamenti allo spettacolo, Benigni querela Report: «Notizie false e diffamatorie»

Finanziamenti allo spettacolo, Benigni querela Report: «Notizie false e diffamatorie»
Si apre un nuovo fronte contro Report, con la querela di Roberto Benigni e della moglie Nicoletta Braschi contro il programma, che ieri ha proposto un'inchiesta sui...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Si apre un nuovo fronte contro Report, con la querela di Roberto Benigni e della moglie Nicoletta Braschi contro il programma, che ieri ha proposto un'inchiesta sui finanziamenti allo spettacolo. In una nota, l'avvocato Michele Gentiloni Silveri comunica di «aver ricevuto mandato di sporgere querela presso la Procura della Repubblica di Roma nei confronti dei dott.ri Giorgio Mottola e Sigfrido Ranucci, nonché di chiunque altro abbia con loro concorso o cooperato, in relazione alle notizie false e gravemente diffamatorie diffuse nel corso della puntata».


Nella nota, l'avvocato Gentiloni Silveri annuncia querela ai danni di Report «nell'interesse di Nicoletta Braschi e Roberto Benigni sia in proprio che quali soci di Melampo Cinematografica S.r.l.». Nell'inchiesta trasmessa ieri, Report ha raccontato la vicenda degli studi di Papigno, in Umbria, dove Benigni ha girato La vita è bella e Pinocchio. Un polo cinematografico che - secondo il programma di Rai3 - avrebbe goduto di 16 milioni di euro di finanziamenti pubblici. «Quello che contestiamo - spiegano i legali del Premio Oscar - è che l'operazione imprenditoriale si sia basata su fondi pubblici e che Benigni sia poi "scappato" per non sopportarne i costi. In realtà non è vero che l'operazione ha goduto di finanziamenti pubblici, perché la ristrutturazione è stata fatta a spese di Benigni. E non è vero che il nostro cliente è scappato di fronte al mancato rilancio di Papigno, quando poi gli studi sono stati rilevati da Cinecittà Studios, società di Luigi Abete, Aurelio De Laurentiis e Andrea Della Valle. La ristrutturazione è costata 7,4 milioni a carico di Benigni; Cinecittà Studios ha "comprato" 5 milioni di credito; Benigni deve ancora riscuotere 1,1 milioni. Dunque ci ha rimesso. Lo stesso Benigni ha detto ai microfoni di Report "Non si sa quanti soldi ci ho perso"».


«Non abbiamo mai detto che Benigni ha usufruito di finanziamenti pubblici per ristrutturare gli studi di Papigno. I 10 milioni di fondi pubblici, citati dal sindaco di Terni, sono serviti per bonificare e sistemare il contesto intorno all'operazione», ha precisato il curatore di Report, Sigfrido Ranucci. Il programma, continua Ranucci, «ha dato conto del fatto che Cinecittà Studios ha di fatto "rilevato" i 5 milioni investiti da Benigni nella società, pur pagandone solo 3,9 milioni, come ha precisato una nota del legale di Benigni che abbiamo letto. Abbiamo poi sostenuto che quel debito rischiamo di pagarlo noi, se dovesse andare in porto la trattativa per riportare Cinecittà sotto l'egida dello Stato».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero